Banca Mediolanum ha iniziato il secondo semestre con 4.338 consulenti finanziari secondo i report di Assoreti, confermandosi seconda banca-rete nazionale per dimensioni dopo Fideuram Ispb (in cui, non a caso, è stata fatta confluire la struttura di Sanpaolo Invest e presto quella di IW P.I.).

Il gruppo di Basiglio appare cresciuto di appena 12 unità rispetto all'estate scorsa: un dato deludente per uno storico campione di reclutamenti. E che la dice lunga sulla strategia di irrobustimento dei singoli portafogli messa in campo dalla banca-rete, oggi divenuta sesto soggetto italiano di private banking, con circa 40 miliardi di euro da clienti con liquidità investibile superiore ai 500.000 euro.

Dal punto di vista geografico Banca Mediolanum vanta alcune roccaforti ormai storiche, con una mappa nazionale spesso opposta a quella della rivale Fideuram Ispb. In questo senso si conferma utile strumento di analisi l'albo tenuto da OCF che attribuisce al gruppo 4.664 mandati (oltre 300 in più dei cf formalizzati in Assoreti).

Nel Nord-Ovest Banca Mediolanum cresce in Lombardia (740 family banker, rispetto ai 719 di un anno fa) e in Piemonte (302, da 295) - regioni in cui però, oltre che da Fideuram, viene anche superata come organico nel primo caso da Allianz Bank e nel secondo da Azimut -, mantiene il primato assoluto in Val d'Aosta (12) e invece si contrae in Liguria (75, da 77).

La regione di Genova è da sempre problematica per il gruppo che, secondo per mandati su scala nazionale, è addirittura quinto, dopo Fideuram Ispb (256), Azimut (166), Fineco (118) e Banca Generali (96).

Se il Nord-Ovest è da sempre l'area dove Banca Mediolanum accumula più ritardo rispetto a Fideuram Ipsb, il Nord-Est del fondatore Ennio Doris e del direttore commerciale Stefano Volpato (in foto) è il suo vero e imprescindibile punto di forza: è qui (e nelle vicine province lombarde di Bergamo e Brescia) dove la banca-rete ottiene le maggiori masse e vanta i propri campioni di raccolta. 

In Veneto innanzitutto (742 banker, rispetto ai 714 di un anno fa; e ai 407 di Fideuram Ispb che pure, come gruppo Intesa, aveva inglobato le due grandi ex banche popolari regionali), ma anche in Trentino Alto Adige (92 cf, da 86) e Friuli Venezia Giulia (88, da 87) e in Emilia Romagna (480 cf, da 463).

Nel Centro Italia si confermano i secondi posti, dietro Fideuram Ispb, in Lazio (493 family banker, da 482) e Toscana (318, da 309) e i primati in Umbria (108, da 97) e nelle Marche (173, da 159) che, sommati a quelli di Abruzzo (99, da 93) e Molise (46, da 39), evidenziano la dorsale adriatica affidata al regional manager Nicola Vallardi come un'altra roccaforte di Banca Mediolanum.

Nel resto del Mezzogiorno e nelle isole maggiori ci sono forse i dati più interessanti per l'analisi degli ultimi dodici mesi, con uno stallo dei reclutamenti diffuso: non si muovono ad esempio la Campania (148 cf), da tempo regione sottotono per il potenziale della rete (è terza, molto distante dai 266 cf di Fineco e 245 di Fideuram Ispb) e la Calabria (dove si conferma l'abissale primato locale, con 164 cf, rispetto ai 35 e 21 delle dirette concorrrenti).

Una certa stasi è evidente anche negli scarsi reclutamenti in Sicilia (426 cf, dai precendenti 420; comunque egemoni rispetto ai 190 e 137 delle rivali), nella contrazione in Basilicata (11, da 12) e nell'affiancamento subito da Fineco in Puglia (111 cf per entrambe).

Traguardo raggiunto è invece quello del primato raggiunto in Sardegna (32, da 28), superando Fideuram Ispb.