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Franzoni (Credem): le sinergie con la banca fanno crescere del 40% il portafoglio dei CF

10/17/2019 | Marcella Persola

Si è tenuto a Milano il 7 e l’8 ottobre un incontro dedicato alla prima linea manageriale della rete di consulenti finanziari di Credem. Il focus dell’incontro ha riguardato temi strategici di business e di programmazione commerciale


Si è tenuto a Milano il 7 e l’8 ottobre un incontro dedicato alla prima linea manageriale della rete di consulenti finanziari di Credem. Il focus dell’incontro ha riguardato temi strategici di business e di programmazione commerciale legati alla specificità del modello di servizio della consulenza finanziaria a marchio Credem.

 

“E’ stata una due giorni molto intensa che ha avuto l’obiettivo di condividere temi strategici e di sviluppo del Gruppo con la squadra dei manager apicali” racconta Moris Franzoni, (nella foto) responsabile della rete della banca emiliana. Tanti i temi affrontati tra cui Franzoni sottolinea “quelli che sono diventati oggi di primaria importanza per un consulente finanziario di fascia alta, i nostri wealth planner”. Così grazie a esponenti del top management di gruppo è stato possibile affrontare temi innovativi quali le opportunità derivanti dalle operazioni di M&A, la ricerca e la segnalazione di Start Up innovative sul territorio o l’importanza dell’offerta di servizi welfare alle aziende degli imprenditori, senza dimenticare il tema della protection o quello del consumer lending.

 

“La possibilità di offrire una risposta qualificata ai bisogni evoluti dei nostri clienti con i servizi del gruppo e di poter dialogare in modo sinergico con le differenti aree della banca permette al wealth planner, di esprimere un valore aggiunto unico” continua Franzoni. “Quando ragiono sull’evoluzione di queste figure penso sempre di più a un consulente che deve riconoscere il bisogno del cliente e segnalarlo, senza sostituirsi ai professionisti a sua disposizione. Ad esempio nel campo dell’M&A non penso che un consulente possa sostituire l’attività di advisory di uno studio di professionisti, ma credo che possa accompagnare il cliente in questo percorso e segnalare la sua esigenza tramite la banca” spiega Franzoni.

 

Ci sono anche aree sulle quali completare il presidio. E’ il caso ad esempio della protection o del consumer lending, che sulla carta sono interpretati come aree a valore aggiunto per il CF ma che nella soggettività dei singoli non sono state ancora “metabolizzate” come opportunità di crescita. A torto perché le opportunità di crescita sono molto alte.

 

“Abbiamo visto in questi 18 anni che il tasso di crescita di un portafoglio personale attraverso le sinergie con il modello banca è significativo, con punte anche del 40% in piu rispetto a un modello puro” conclude Franzoni.

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