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5/4/2017 | Redazione Advisor
Il bail-in? Un errore da fermare il prima possibile. La crisi? È stata aggravata nel 2011 con l'aumento delle tasse. L'Euro? Un motore potente (e necessario), ma supportato da una macchina poco adeguata. A lanciare questi messaggio Ennio Doris (nella foto), il fondatore del gruppo Mediolanum intervistato dal quotidiano "La Verità". L'imprenditore nato a Tombolo nel 1940 non si risparmia e senza troppi giri di parole afferma che "Il bail in ha fallito. Si è partiti da un presupposto giusto, ovvero che chi sbaglia deve pagare, per arrivare a un risultato sbagliato, e cioè che si mina la fiducia stessa nel mettere soldi in banca. Per la prima volta nella storia non si sono rimborsate delle obbligazioni subordinate, quando si è proceduto al cosiddetto salvataggio delle quattro banche nel novembre 2015: una cosa mai successa che ha distrutto la fiducia".
Tutto questo non ha fatto altro che accentuare ulteriormente una crisi che Doris definisce "micidiale", per la sua "lunghezza" e non per la sua "profondità". Per questo il "bail in va sospeso. Sembra di essere tornati al '36" ha affermato sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro Ennio Doris: "Dalla crisi del '29 si è usciti cambiando regime, capendo che il primo passo è sempre la tutela della fiducia, quindi dei consumi. A volte sembra che la storia non insegni nulla", chiosa il manager che definisce un errore la decisione del 2011 di "colpire con più tasse".
Cosa aspettarsi quindi dal futuro? Doris non smentisce la sua fama di ottimista e, da un lato, elogia "il genio dei nostri imprenditori, che combattendo in condizioni incredibilmente avverse si sono ritagliati, o inventati, fette di mercato soprattutto all'estero, visto che la domanda interna non riparte". Dall'altro, guardando alla sua Mediolanum, si dichiara "ottimista sul breve e sul medio periodo. In questi anni il vecchio sistema bancario, nel quale era automatico che aumentassero i clienti con il semplice aumento delle filiali, è saltato. Abbiamo governato questo passaggio. Il presidente del Bbva nel 2013 ha profetizzato che con la globalizzazione finanziaria e l'evoluzione tecnologica delle 20.000 banche europee in 20 anni ne sarebbero rimaste poche dozzine. Può avere esagerato, ma noi faremo parte di quel gruppo. E poi, uno critico come me con il governo riconosce una cosa giustissima appena fatta: i PIR, finalmente una scelta giusto" conclude Ennio Doris che ribadisce la sua convinzione di riuscire a ottenere, in termini di raccolta netta, risultati migliori rispetto alle previsioni.
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