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Consulenti e consulenti (ex-promotori), ecco come può cambiare la professione

5/22/2015 | Alessandro Chiatto

I pf guardano positivamente alle modifiche dalla MiFID 2, anche se per il 46% non è detto che i benefici si riflettano in costi minori dei prodotti. È solo uno dei dati presentati dalla prima indagine condotta in collaborazione con Natixis Global Asset Management.


Promotori e consulenti finanziari guardano positivamente alle modifiche che verranno introdotte dalla MiFID 2, anche se per il 46% non è detto che i benefici si riflettano in costi minori dei prodotti di investimento. È solo uno dei dati presentati dalla prima indagine su consulenti e consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) condotta da Anna Ponziani per l'ITForum di Rimini in collaborazione con Natixis Global Asset Management.

 

Un sondaggio che ha coinvolto un campione di 322 individui composto per il 75% tra consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) (di cui il 43% di banca), il 15% da consulenti finanziari indipendenti e il restante 10% da altri professionisti (commercialisti, fiscalisti e formatori).

 

“A 18 mesi dall'entrata in vigore del quadro regolatorio che modificherà necessariamente i connotati della professione, i risultati emersi dal sondaggio indicano uno scenario in forte evoluzione”, spiega la responsabile del sondaggio. “Un terzo del campione non è ancora in grado di delineare quale potrebbe essere il modello futuro per le reti e per le SGR, anche se il 77% ritiene che nei prossimi cinque anni la figura del consulente acquisirà maggiore professionalità”. Per il 40%, la certificazione delle competenze non inciderà più di tanto nella relazione con il cliente.

 

Soltanto il 7% di loro vorrebbe cambiare società, il restante è fedele alla società per cui lavora.

 

Dai dati, inoltre, emerge che i consulenti finanziari hanno una consapevolezza più marcata circa i rischi che possono minacciare la sicurezza finanziaria dei propri clienti, dopo il pensionamento. Tra le problematiche maggiori sottolineate dai consulenti, per l'86% le non sufficienti pensioni statali (contro il 45% degli investitori); segue la situazione finanziaria del nostro Paese ((80% consuenti, 38% investitori), e ancora non risparmiare a sufficienza (75% consulenti, 35% investitori).

 

Intervistati, poi, sulle proprie scelte di portafoglio, consulenti e consulenti (ex-promotori) convengono per il 75% nel ritenere che in questo momento i fondi e i fondi di fondi siano i prodotti che rappresentino la scelta di investimento più valida per la clientela. Una percentuale più alta, l'86%, dichiara di investire in tali strumenti per il proprio patrimonio personale. L'82% risponde che investe per sé gli stessi prodotti che consiglia alla clientela. La quasi totalità del campione, il 94%, dichiara di aver guadagnato dai propri investimenti personali nel corso degli ultimi dodici mesi. Interessante notare che questi risultati sono superiori a quelli dichiarati da investitori e trader (il 78%).

 

Secondo il 53% dei consulenti (ex-promotori) e consulenti, il collocamento dei prodotti finanziari potrebbe essere incentivato dalla revisione della struttura remunerativa della rete, mentre un terzo del campione indica quale leva la diffusione della consulenza online e un ultimo terzo la quotazione dei fondi in Borsa.

 

Anche la quotazione dei fondi avrà un impatto, in parte limitato, sulle società che operano nel settore del gestito per il 62% degli intervistati. Un terzo crede che non ci saranno variazioni.

 

Sui possibili modelli futuri per SGR e reti, un terzo degli intervistati non saprebbe, il 17% ha risposto che ci sarà un maggior incremento della consulenza fee only e il 14% crede che aumenteranno ad ampio raggio i servizi alla clientela più evoluti e ad ampio spettro.

 

Per quanto riguarda, infine, le valutazioni sugli effetti dei cambiamenti legislativi sul proprio lavoro, il 50% crede che la professione diventerà più ricca e stimolante, mentre l'altra metà ritiene che la clientela italiana non si fidi ancora di consulenti (ex-promotori) e consulenti e che pertanto non sia ancora pronta a riconoscere le parcelle per la consulenza.

 

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