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Jupiter AM: le strategie da attuare nel 2017

2/8/2017

Secondo Stephen Mitchell, responsabile strategie Global Equities di Jupiter Asset Management, siamo in un periodo di transizione dalle politiche monetarie adottate sin dalla crisi a un approccio sempre più basato sulle politiche fiscali


Secondo Stephen Mitchell (nella foto), responsabile strategie Global Equities di Jupiter Asset Management, siamo in un periodo di transizione dalle politiche monetarie adottate sin dalla crisi a un approccio sempre più basato sulle politiche fiscali. Il Canada è stato uno dei primi paesi ad intraprendere un percorso del genere a inizio 2017, introducendo un importante piano di spesa in infrastrutture nel proprio bilancio di marzo, seguito a ruota dalla Corea del Sud. Tuttavia la vera svolta potrebbe essere rappresentata dall’amministrazione Trump: se egli dovesse rispettare gli impegni assunti in campagna elettorale, ci si potrebbe aspettare ambiziosi programmi di riforma fiscale e di spesa in infrastrutture negli Stati Uniti. Per supportare l’economia del paese dopo l’uscita dall’UE, il Regno Unito dovrebbe implementare uno stimolo fiscale simile.

 

Nei paesi sviluppati il passaggio da una politica di austerità, con l’obiettivo di una riduzione del debito pubblico, ad una politica di stimolo fiscale, potrebbe generare un modesto aumento dell’inflazione, allontanando così lo spettro della deflazione dalle loro economie. Questo cambiamento sta causando diversi problemi sui sopravvalutati mercati obbligazionari: i rendimenti delle obbligazioni necessitano di un livello più sostenibile per attrarre gli investitori a lungo termine come i fondi pensione e i fondi sovrani. Il rendimento dei Treasury USA a dieci anni dovrebbe avvicinarsi al 3%, un livello non così lontano rispetto ad oggi, mentre in Europa e nel Regno Unito le obbligazioni dovrebbero muoversi di più rispetto al livello attuale vicino allo zero per raggiungere livelli sostenibili di rendimento. Dunque, la misura in cui aumenterà l’inflazione è la chiave. Normalmente le azioni value hanno performance migliori rispetto alle growth quando i rendimenti obbligazionari iniziano a salire, e questo dovrebbe essere vero soprattutto per le società del settore finanziario nel corso del 2017.

 

È quindi probabile che le economie dei mercati sviluppati continuino a far registrare una crescita modesta, di pari passo con l’attuazione della politica fiscale. Tuttavia, un contesto di tassi di interesse più alti sarà favorevole per l’azionario globale, perciò sono da monitorare i settori che hanno una maggiore probabilità di beneficiare di un aumento della spesa nelle infrastrutture, come le società del comparto industriale.

 

Le prospettive sui mercati emergenti sono ampiamente positive, nonostante il loro azionario abbia reagito negativamente all’elezione di Trump. Fondamentalmente, l’inflazione è smorzata dai prezzi bassi del petrolio e dei prodotti alimentari, anche se si stima che il prezzo del greggio potrebbe salire nel 2017 a 65-70 dollari, supportato da tre anni consecutivi di tagli senza precedenti alla spesa delle maggiori società petrolifere. La Russia e l’India dovrebbero attuare ulteriori tagli dei tassi di interesse, mentre la crescita cinese si è stabilizzata. Nel 2017 il Brasile affronta la sua sfida più grande: la spesa pubblica eccessiva. I tassi di interesse dei mercati emergenti sono diminuiti in modo importante nel corso degli ultimi 18 mesi, e questo favorirà la crescita economica quando gli effetti dei tagli inizieranno a sentirsi con il consueto ritardo di dodici mesi.

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