Nemo propheta in patria, ma fuori dall'Italia sì. Si potrebbe sintetizzare così il messaggio inviato da Pietro Giuliani, presidente e ceo del gruppo Azimut, nel corso della Conferenza Stampa svoltasi nella giornata di martedì 15 gennaio a Milano.

"Dal giorno in cui ci siamo quotati (7 luglio 2004 ndr), il titolo e' cresciuto del 207%, i nostri competitor nello stesso periodo molto meno. Mentre la Borsa ha perso il 39%" ha subito ricordato Giuliani sottolineando l'importante risultato messo a segno nel 2012: "E' stato un anno molto positivo per Azimut sia in termini borsistici, sia di risultati economici e il consensus degli analisti indica che faremo il migliore utile della nostra storia" ha chiarito il presidente e ceo del gruppo.

Una crescita che però non sembra esser stata notata dai fondi italiani. "Chi volesse investire sul titolo Azimut dovrebbe acquistare fondi esteri" spiega Giuliani che ha indicato gli inglesi e gli americani come primi investitori del gruppo. Sulla base delle informazioni pubbliche disponibili il 38% del flottante di Azimut Holding è in mano a fondi inglesi, il 29% in mano a fondi USA e solo il 4% in mano a fondi italiani. 

Ma questo disinteresse degli italiani non frena le ambizioni di Giuliani che per il 2014 ha annunciato di voler raggiungere quota 27 miliardi di euro di masse gestite, con una crescita di 4 miliardi nel 2013 e di 4 miliardi nel 2014. "Stesso risultato raggiunto dal gruppo tra settembre 2011 a settembre 2012" ha precisato il presidente e ceo.

Il top manager, inoltre, ha sottolineato come l'obiettivo di raccolta totale tra 1 e 1,5 mld rimarrà anche nel 2013, precisando di voler raggiungere i target attraverso il mantenimento di un solido stato patrimoniale, il mantenimento dei margini e una forte generazione di cassa. E in questa strategia rientra la scelta di continuare a puntare su una forte innovazione di prodotto e sull'internazionalizzazione.

Internazionalizzazione confermata anche dalla notizia di una crescita della joint-venture in Turchia: "abbiamo la maggioranza della società di gestione, mentre in quella di distribuzione abbiamo un 5% e il nostro socio Global Holding il 75%" ha affermato Giuliani, "è nostra intenzione salire nell'azionariato, comprando non dal flottante ma dal socio turco".

Mentre sul fronte sudamericano il top manager ricorda che il gruppo "è impegnato nell'avvio della joint-venture, ma siamo aperti ad altre potenziali acquisizioni se rappresenteranno buone opportunità". Dove? "Sicuramente il Sud America, ma ci sono contatti anche in Sud Africa e nell'Est Europa, in particolare in Russia. tuttavia sono solo contatti, non trattative, ma in Sud America e in Est Europa ci vogliamo andare" ha chiarito Giuliani.

Passando ai risultati, il gruppo ha registrato nel mese di dicembre una raccolta di risparmio gestito positiva per 180 milioni di cui 130 milioni in fondi comuni ed hedge e per oltre 1 miliardo nel 2012. Il risparmio gestito così ha raggiunto 1,6 miliardi di euro. Il totale delle masse comprensivo del risparmio amministrato si attesta a 19,6 miliardi di cui 17,5 fanno riferimento alle masse gestite (+20% rispetto a dicembre 2011). Positivo il reclutamento di consulenti finanziari (ex-promotori finanziari): le tre reti hanno registrato 105 nuovi ingressi, portando il totale del gruppo a 1.396 unità.