L'Africa è un paese che molti investitori bypassano, a torto. Secondo Mark Mobius (nella foto), executive chairman di Franklin Templeton Emerging Markets Group, ci sono invece tutti i presupposti per un investimento vincente.

 

Il Sudafrica ha sicuramente avuto a che fare con una serie di difficoltà amministrative e politiche, di recente, ma per il suo futuro ci si può dire ottimisti. Il Sudafrica, prosegue Mobius, è uno dei mercati emergenti più forti e vasti del "grappolo" ed è forse quella fetta terrestre su cui lo steccato della "frontiera" difficilmente attecchirebbe.
 

 

C'è chi ha aggiunto, con disinvoltura, una S all'acronimo BRIC (Brasile, Russia, India e Cina). C'è invece chi piazza il paese assieme ai territori che compongono i CIVETS (Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto e Turchia). Qualsiasi etichetta voi utilizziate per l'Africa, dovrete prima o poi riconoscere la grandezza e il potenziale del paese nel mondo dei mercati emergenti. 
 

 

I "contro" sono riservati in particolar modo all'occupazione (cresciuta di oltre il 24% nel secondo trimestre del 2012), senza contare crimini, corruzione, tassazioni eccessive, manca anche un modo di lavorare e di operare che renda coeso il popolo. Nonostante queste sfide, il sistema finanziario del Sudafrica è considerato altamente sviluppato, relativamente liquido. Ci sono poi ottimi margini di miglioramento grazie alle decisioni che prenderà il Fondo monetario internazionale (si prevede una crescita del 2,6% entro la fine dell'anno) e ulteriori misure di rafforzamento e ripresa  per il 2013. 

 

Ricordiamo, inoltre, che il Sudafrica da due mesi è funestato da una serie di scioperi presso la miniera di platino di Marikana, nei pressi di Rustenburg, nel nord del paese; ora le proteste si stanno diffondendo alle miniere d'oro, di cromo e di carbone. I minatori chiedono aumenti di salario e maggiori diritti.