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5/25/2015
L'Albo dei Consulenti Finanziari (ex-promotori finanziari) non è adatto a tutti. Ben vengano i nuovi ingressi, ma vietato abbassare la guardia, proprio ora che il numero di dipendenti bancari che chiedono di accedere all'Albo è in aumento è importante "prestare attenzione nel curare l'inserimento efficiente delle nuove forze nel mercato". La parola d'ordine, in questa fase di forte "vitalità del settore", è preservare "intatto il modello delle reti e la loro irrinunciabile identità".
Il presidente Assoreti, Matteo Colafrancesco, da Capri, in occasione del Convegno dei 30 anni dell'associazione, non ha lasciato spazio a interpretazioni e, pur non nascondendo la soddisfazione per la vitalità dell'industria, ha invitato tutti a non dimenticare che "l'iscrizione all'Albo non è solo un atto formale". Anzi. "Da essa consegue l'abilitazione allo svolgimento di un’attività riservata che implica e presuppone conoscenze, attitudine, preparazione, dignità, capacità di pianificazione dei bisogni finanziari nel contesto di un’attività di wealth management e non solo di asset gathering, dedizione costante al cliente, rispetto di regole di organizzazione e di condotta, sottoposizione a controlli dell’intermediario e dell’autorità, senso di appartenenza a una categoria la cui immagine complessiva è il riflesso dei comportamenti dei singoli” ha affermato Colafrancesco che ha auspicato, proprio per questo, che il disegno di legge Marino, ora all'esame alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato, che prevede il passaggio della vigilanza sui consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) dalla Consob all'APF, possa presto completare il suo iter.
Ma da Assoreti è arrivato un messaggio chiaro e forte anche sul tema formazione ed educazione finanziaria. “Alla crescita professionale e culturale del consulente si deve accompagnare l’educazione finanziaria del cliente, due facce della stessa medaglia, affinché le scelte d’investimento risultino sempre più consapevoli e aderenti alle effettive aspettative degli investitori" ha affermato Colafrancesco. "Il consulente non può e non deve sostituirsi al cliente, ma aiutarlo a individuare le operazioni più consone, fargli comprendere i rischi e le opportunità in relazione alle sue specifiche esigenze, alla sua propensione al rischio, alla sua tolleranza alle perdite. Il cliente consapevole può decidere, assumendosi la responsabilità delle operazioni che compie. Un investitore educato è un investitore migliore”.
Per ottenere un tale risultato sarà importante formare una generazione di professionisti capaci di misurarsi con le complessità dei nuovi scenari economico-finanziari e fornire risposte efficaci agli investitori. E questo è l’obiettivo degli accordi siglati tra Assoreti e le Università Tor Vergata (Roma) e Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Gli accordi prevedono la realizzazione da parte dei due atenei, nell'anno accademico 2015-2016, di un percorso di studi dedicato al consulente finanziario: per l’Università di Tor Vergata, all’interno del corso di laurea magistrale in Economia dei Mercati e degli Intermediari Finanziari del Dipartimento di Economia e Finanza; per l’Università Cattolica, all’interno del corso di laurea magistrale in Management della Facoltà di Economia.
Agli studenti dei due percorsi di studio Assoreti offrirà ogni anno 50 stage formativi di durata variabile tra quattro e sei mesi che si terranno nelle imprese associate ad Assoreti aderenti all’iniziativa. Non solo. Assoreti destinerà ogni anno ai due atenei un contributo per dieci borse di studio annuali; l’ammontare delle singole borse di studio sarà determinato dall’Università all’inizio di ciascun anno accademico.
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