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Gli italiani e il risparmio: una mappa per orientarsi

4/4/2011 | Francesco D'Arco

Sono circa 3 milioni gli italiani che si dichiarano pronti a effettuare nuovi investimenti nei prossimi dodici mesi. E per il 75% di loro la cosa più importante è...


Sotto i 45 anni, liberi professionisti, artigiani o comunque lavoratori autonomi, e residenti in tutta Italia. E' questo l'identikit dei nuovi investitori, 1 milione di soggetti che ad oggi non ha nessun prodotto e servizio finanziario ma che si dichiara pronto a investire nei prossimi dodici mesi. "Si tratta di un bacino di clienti nuovo anche nell'approccio all'investimento" ha spiegato Fabrizio Fornezza, consigliere delegato di GFK Eurisko, in occasione della presentazione dell'annuale ricerca condotta per Assoreti. "I nuovi investitori affrontano i problemi per obiettivi e non concentrandosi sui singoli prodotti".

Un cliente potenziale diverso dagli 1,8 milioni di investitori attivi che già possiedono prodotti e servizi finanziari e che sono pronti a fare in 12 mesi nuovi investimenti. "In questo caso si tratta dei più noti clienti affluent: autonomi, dotati di un profilo socio-culturale elevato e principalmente residenti al nord" chiarisce Fornezza.

Sono questi 2,8 milioni di clienti il bacino sul quale dovranno puntare i consulenti (ex-promotori) nei prossimi dodici mesi per incrementare il proprio portafoglio, dal momento che sarà difficile ottenere soddisfazioni dai 4,9 milioni di investitori "conservatori". Appartengono a questa categoria i cosiddetti colletti bianchi, residenti al Nord e possessori di un buon reddito. Nulla da fare per i consulenti (ex-promotori) (e non solo) con l'ultima categoria di "risparmiatori": i rejector, 7,4 milioni di persone, principalmente residenti al Sud e con un profilo socio-culturale ed economico basso.

Ma dove vogliono indirizzare i propri risparmi i circa 3 milioni di clienti che si sono dichiarati pronti a effettuare un investimento nei prossimi dodici mesi? "Tra i propensi allʼinvestimento, unʼampia maggioranza (70%) è orientata verso prodotti sicuri con un basso rendimento" ha spiegato Fornezza. "Solo il 28% è interessato a prodotti con rendimenti più elevati e minori garanzie sul capitale".
Ma il dato pi interessante riguarda quel 75% di soggetti che si è dichiarato più interessato ad "una piena corrispondenza tra le soluzioni proposte dagli intermediari e le proprie effettive esigenze" piuttosto che al tipo di prodotto offerto. Sembra infatti, per i risparmiatori "irrilevante il modello dʼofferta dell'intermediario (prodotti propri o prodotti di terzi)" ha concluso Fornezza.

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