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11/20/2019 | Daniele Riosa
Il risparmio gestito, nel terzo trimestre del 2019, riprende vigore. La raccolta netta, infatti, segna un più 9,5 miliardi rispetto ai meno sei miliardi del periodo compreso tra aprile e giugno. E’ quanto rivela la consueta mappa trimestrale diramata da Assogestioni.
Nello specifico, i flussi in entrata dei fondi aperti ammontano a più 4 miliardi. Le preferenze dei sottoscrittori, si sono rivolte verso i prodotti obbligazionari (circa +4,3 miliardi contro il miliardo e ottocento milioni del trimestre precedente), i fondi di lungo termine (oltre 2,3 miliardi rispetto a un meno 5 miliardi e 100 milioni del periodo aprile-giugno 2019), seguono i bilanciati (+1,8 miliardi, 643 i milioni raccolti nel primo trimestre) e i monetari (+1,6 miliardi circa, lo scorso trimestre avevano raccolto un po’ meno di 1,3 miliardi).
Gli azionari, che lo scorso trimestre avevano chiuso con un rosso di oltre 4 miliardi, segnano una raccolta, seppur di poco, positiva di 127 milioni, mentre si registra la performance negativa dei flessibili a meno 3,5 miliardi, più o meno lo stesso risultato dei secondo trimestre del 2019. Il patrimonio gestito segna un nuovo record storico a 2.284 miliardi di euro. I fondi aperti PIR compliant riportano deflussi per -354 mln di euro. Il loro patrimonio promosso a fine settembre 2019 ammonta a 18,5 miliardi.
A livello di singole società, spicca il risultato positivo del Gruppo Intesa San Paolo con un più 4.863 miliardi grazie soprattutto a Eurizon (+ 4.347 miliardi). Sul secondo gradino del podio si piazza il Gruppo Generali con 2,220 miliardi. Poste italiane terza con 936 milioni. Sotto il podio c’è Morgan Stanley IM a 872 milioni, seguita dal Credito Emiliano con quasi 751 milioni di euro, UBS asset managemet a 694 milioni, Deutsche Bank a più 448 milioni e Pramerica a circa 423 milioni. Buona anche la performance di Mediolanum che chiude il trimestre a 311 milioni e di Anima Holding a 274 milioni.
Chiudono col segno meno il terzo trimestre dell’anno Amundi con un passivo di 804 milioni, il Gruppo BNP Paribas a meno 424 milioni, Invesco (-398 milioni) e Franklin Templeton investments a meno 364 milioni.
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