SISTEMA IN CRESCITA - Un regime fiscale e normativo "europeo" da un lato e i risultati positivi comunicati ieri dall'altro; sono questi i due motivi che inducono il Presidente di Assogestioni, Domenico Siniscalco a guardare con un accenno di sorriso al futuro del risparmio gestito italiano.

Grazie anche al ruolo svolto dai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), che a detta del numero uno di Assogestioni, sono lo specchio della "vitalità del canale" di vendita.

Guardando ai numeri trimestrali della raccolta italiana si nota una crescita nella raccolta a 26 miliardi di Euro.

Sul totale delle somme in gestione, che nel corso dello scorso anno è tornato superiore ai 1000 miliardi di Euro, la divisione tra portafoglio dei fondi e mandati ricevuti dalle Sgr è sostanzialmente paritaria.

Non si sono ancora del tutto ricuciti i gap aperti dalla crisi finanziaria ma, secondo Siniscalco, che ha commentato i dati sui quotidiani MF e Il Sole 24 Ore, "il settore del risparmio è in recupero".

"E' un dato confortante - prosegue Siniscalco nella sua analisi - anche se la gravità della situazione continua a riflettersi in una minor propensione al risparmio delle famiglie".

Famiglie italiane toccate dalla crisi nelle abitudini, ma che continuano a rappresentare un faro a livello europeo per quanto riguarda la capacità di amministrare i propri partimoni "E' un elemento di sicurezza per il nostro Paese - ha rimarcato il numero uno di Assogestioni - come è emerso anche dall'ultima riunione del g20 di Parigi, dove la fonte dell'instabilità finanziaria è stata attribuita non solo ai debiti pubblici, ma anche ai debiti privati dei singoli paesi. Il fatto che in Italai vi sia un così consistente credito privato è fondamentale".

 

LE RIFORME - Il "milleproroghe" ha modificato la tassazione sui fondi d'investimento armonizzandola a quella in vigore negli altri paesi.

Posititivo, per il mondo del risparmio gestito, anche "la maggior sensibilità dimostrata da Parlamento e Governo".

Si tratta del nuovo regime fiscale di attrazione approvato lo scorso luglio ed ancora in attesa di attuazione con il quale le sgr europee potranno trasferire la sede sociale in Italia sfruttando per tre anni condizioni fiscali più favorevoli.

Ma per Siniscalco non basta.

"Con l'emendamento al milleproroghe è stata affrontata un'emergenza ma ora occorre una vera riforma fiscale. Occorre allungare la durata degli investimenti; vale per le aziende che oggi hanno spesso un orizzonte limitato per i propri investimenti e vale per i risparmiatori che sono interessati a ritorni più elevati per i loro investimenti".

In Italia l'investimento in prodotti previdenziali e assicurativi è ancora tra i più bassi d'Europa, con percentuali inferiori al 20%, laddove nel resto del continente spesso si supera il 30, per arrivare alla Gran Bretagna dove quasi il 50% dei risparmi è investito in veicoli di questo tipo.

Un probelma che secondo Siniscalco potrebbe essere affrontato implementando "imposte sostitutive sulle plusvalenze inversamente proporzionali alla durata dei piani di risparmio".

Ma la soluzione definitiva dei probelmi del risparmio gestito italiano non può che passare anche attraverso una riduzione e una specificazione maggiore delle regole "Non sempre la regolamentazione più pesante è quella che protegge di più - conclude il presidente - Non si tratta di deregolamentare, ma di evitare i costi burocratici eccessivi che penalizzano l'industria e di riflesso i risparmiatori".