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12/10/2012 | Francesco D'Arco
Sembrava finita, ma il ritorno in campo di Silvio Berlusconi e le conseguenti dimissioni di Mario Monti mettono a rischio l'approvazione del decreto Sviluppo, contenente gli emendamenti che cancellano l'obbligo di iscrizione all'OAM da parte dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari).
Come annunciato negli ultimi giorni, la fine del Governo Monti è legata alla Legge di Stabilità, l'unica che sarà sicuramente approvata prima della fine della legislatura. Tutti gli altri decreti rischiano invece lo stallo totale. Fra questi rientra il decreto Sviluppo contenente, appunto, gli emendamenti anti-OAM, già approvati dal Senato (articolo Consulenti (ex-promotori)-OAM, il Senato dice no al doppio Albo) .
Tutto da rifare? Forse sì. Se tutto procede senza intoppi il decreto Crescita completa il suo iter ed entro il 18 dicembre viene approvato alla Camera. Ma se tutto si ferma, il decreto Crescita non completerà il suo iter e sarà tutto da rifare e l'incubo OAM potrebbe riaffiorare. Quest'ultima ipotesi sembra la più probabile ed è per questo motivo che, secondo quanto risulta ad Advisoronline, gli emendamenti contro l'obbligo di iscrizione dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) all'albo degli agenti in attività finanziaria, approvati dal Senato e firmati dalla senatrice Maria Leddi (Pd), sono stati già inseriti nella bozza della legge di Stabilità.
Ora spetterà alla Commissione Bilancio del Senato, che si riunirà martedì 11 dicembre, stabilire l'ammissibilità degli emendamenti. Ma non sarà facile ottenerla dal momento che sono molti gli emendamenti del decreto Sviluppo, già approvati dal Senato, ora finiti nella Legge di Stabilità.
Solo dopo aver superato l'esame ammissibilità per gli emendamenti anti-OAM potrà ricominciare l'iter parlamentare e i tempi per riottenere una vittoria potrebbero allungarsi fino al 21 dicembre, con tutti i rischi del caso.
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