Oltre sette clienti private su dieci si dichiarano soddisfatti del servizio di private banking, anche se chiedono ai banker di migliorare il livello di informazioni fornite sul mercato e sui prodotti. E' quanto emerge in una recente indagine di GfK Eurisko presentata al convegno "Private banking. Soluzioni per il dialogo con il cliente", tenutosi oggi a Milano e organizzato da Vwd Group Italia in collaborazione con Aipb.

Stando ai dati presentati da Fabrizio Fornezza, executive director di GfK Eurisko, il 72% dei clienti serviti da private banker si ritiene soddisfatta, contro il 63% di quelli che si rivolgono ad altre strutture commerciali. L'86% ha dichiarato di recarsi presso le struttura bancarie e gli uffici di private banking, mentre il 20% ha detto di ricevere i banker presso il luogo di lavoro e solo il 13% presso il proprio domicilio. 

La frequenza media dei contatti con i clienti è di 13,5 ogni anno, mentre il numero di clienti che ha chiesto di cambiare la propria asset allocation negli ultimi due anni supera gli 800.000. Per quanto riguarda gli aspetti da migliorare nel servizio, comunque superiore alla media di quelli offerti da altre strutture commerciali, i clienti chiedono ai banker maggiore chiarezza nelle informazioni (63% soddisfatti di quella fornita attualmente), una maggiore tempestività e completezza nella reportistica e un più frequente aggiornamento (solo il 58% è soddisfatto dell'attuale livello degli update).

Per quanto riguarda il livello di digitalizzazione, i clienti private si collocano in media sopra agli altri mercati retail (3 su 10 usano gli smartphone, 4 su 10 i servizi di internet finance, 7 su 10 navigano in internet e 4 su 10 di norma fanno acquisti online), fatta eccezione per i social network: li usano solo 2 Paperoni su 10.