Tempo di lettura: 5min
11/25/2024
Unicredit ha acceso i riflettori del panorama finanziario italiano con un annuncio che potrebbe ridefinire il settore bancario del Paese: l’offerta pubblica di scambio volontaria (OPS) su Banco BPM.
Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, spiega che “questa mossa, audace e strategica, segna un nuovo capitolo nella storia delle grandi fusioni e acquisizioni bancarie in Italia, puntando a creare un colosso capace di affrontare le sfide globali del mercato”.
“Secondo le informazioni diffuse - prosegue l’analista - l’offerta prevede uno scambio di azioni che valorizza Banco BPM a un premio dello 0,5% rispetto alla chiusura di venerdì scorso (prezzo implicito di offerta pari a 6,657 euro per azione). Andrea Orcel, ceo di Unicredit, ha descritto la manovra su Banco BPM come un’operazione (rispetto alla valutazione su Commerzbank come un investimento) e ha sottolineato: ‘Non credo che l'annuncio dell’OPS sia una grande sorpresa. Non avrebbe dovuto esserlo per Commerzbank, e ancor meno su Banco Bpm’”.
Per quanto riguarda le reazioni del mercato, “l’annuncio dell’OPS ha subito suscitato reazioni forti sui mercati finanziari. Banco BPM in apertura aveva mostrato guadagni superiori ai 6 punti percentuali al di sopra di 6 euro per poi stabilizzarsi a 6,73 euro (al di sopra dei valori dell’OPS). Unicredit evidenzia al momento un calo del 3,75% a 36,56 euro. Crolla Commerzbank del 5% a 14,52 euro. Male anche Banca MPS che segna un -2% a 5,80 euro”.
Quali scenari per il risiko bancario? “Crediamo - risponde Diodovich - che l’offerta di Unicredit non sia così sorprendente visto che Banco BPM è sempre stato un obiettivo strategico per il gruppo di Piazza Gae Aulenti. La sorpresa è più che altro nelle tempistiche. Unicredit ha intrapreso nei mesi scorsi una scalata su Commerzbank, Banco BPM sta concludendo un’OPA su Anima Holding e ha acquistato quote di Banca MPS. La situazione è indubbiamente molto complessa. Crediamo che la mossa di Orcel abbia preso in contropiede i vertici di Banco BPM, in particolare il ceo Giuseppe Castagna che aveva/ha l’ambizione di creare il terzo polo bancario. Riteniamo inoltre che l’offerta di Unicredit sia al momento bassa e ci aspettiamo una probabile nuova offerta molto più elevata per convincere gli azionisti di Banco BPM. Al momento il focus di Unicredit è su BPM, l’operazione finanziaria su Commerzbank richiederà molto più tempo (esito elezioni tedesche, formazione nuovo governo, mosse di difesa dei vertici della banca, …)”.
Perché questa operazione è così importante? “L’OPS di Unicredit su Banco BPM rappresenta una sinergia di grande valore. Con questa operazione, il gruppo punta a rafforzare la propria presenza nel mercato italiano, sfruttando le forti radici locali di Banco BPM e combinandole con l’esperienza internazionale di Unicredit. Banco BPM, già considerato uno degli attori più dinamici nel panorama bancario nazionale, possiede un portafoglio clienti grande e diversificato, con una forte penetrazione nei territori del Nord Italia”.
“Questa unione - sottolinea Diodovich - potrebbe garantire di generare vantaggi significativi per entrambe le parti, tra cui:
Efficienze operative: l'integrazione consentirà una razionalizzazione dei costi e un miglior utilizzo delle risorse;
Offerta ampliata: i clienti di Banco BPM potranno beneficiare di prodotti e servizi più innovativi, frutto della solidità e dell’esperienza internazionale di Unicredit;
Aumento della competitività: la nuova entità combinata avrà maggiori capacità di investimento e innovazione, posizionandosi come leader nel mercato italiano ed europeo”.
Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners, ricorda come “l’M&A bancario in Europa sia già iniziato, come vediamo in Spagna con BBVA e Banco Sabadell, un’acquisizione ostile”.
Ma perché si sta facendo? “Le banche stanno cercando di fare acquisizioni nel proprio Paese perché le acquisizioni transfrontaliere sono più complicate dal momento che i regolatori sono diversi. Sta anche cambiando la politica monetaria europea: fino ad ora le banche hanno beneficiato di alti tassi di interesse e quindi anche di conti economici molto forti grazie al margine di interesse. Questo sta cambiando perché la politica monetaria deve essere meno restrittiva, soprattutto in un contesto europeo di crescita molto fiacca”.
Questo cosa porta? “Le banche - risponde Calef - devono aumentare le proprie linee di business e diversificare le fonti di ricavi. Lo stanno già facendo, ad esempio l’operazione Anima va in quella direzione, cioè si cerca di avere le case prodotto all’interno della banca e quindi generare più commissioni e colmare quello che sarà il minore margine di interesse nei conti economici. Il punto che rimane è quello iniziale, cioè che una riduzione dei tassi di interesse spinge l’M&A perché è possibile fare acquisizioni a costi minori. Dall'altra parte, però, siamo in un momento di mercato in cui le banche valgono tanto e in un contesto economico in cui c'è una crescita asfittica. Va notato che i movimenti di consolidamento al momento sembrano riguardare soprattutto le grandi banche piuttosto che le medie, aumentando così il divario, all’interno di ciascun paese, fra i due, tre istituti di credito maggiori e quelli più piccoli”.
“Infine - conclude Calef - bisogna ricordare che le tre principali banche in Europa hanno oggi una capitalizzazione di circa 70 miliardi, mentre la prima banca USA ha una market cap di oltre il triplo”.
Filippo Alloatti, head of financials credit di Federated Hermes, concentra la sua analisi sulle conseguenze della mossa di Unicredit sul risiko bancario: “Con un sorprendente colpo di scena, UniCredit ha annunciato un'offerta pubblica di scambio volontaria su Banco BPM, per un valore di circa 10,1 miliardi di euro interamente in azioni. Questa mossa del management di UniCredit sottolinea la propria agilità strategica e l'impegno a rafforzare la propria posizione di mercato in Italia. La transazione dovrebbe essere completata entro giugno 2025 e UniCredit ha assicurato che la sua politica di dividendi per il 2024 rimarrà invariata".
“L'acquisizione - prevede Alloatti - avrà un impatto limitato sulle riserve di capitale di UniCredit grazie alla struttura interamente azionaria, ma ci sono potenziali timori per il rischio di concentrazione e gli spread. Mi aspetto che l'acquisizione abbia un impatto positivo sugli spread di credito di Banco BPM, sebbene il premio azionario sia modesto. D'altro canto, Commerzbank potrebbe vedere implicazioni negative, con una riduzione delle probabilità o un allungamento dei tempi. L'annuncio di oggi mette a rischio anche la combinazione Monte dei Paschi e Banco BPM, con Banco BPM e Anima Holding che già detengono una quota del 9% del Monte dei Paschi”.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie