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7/3/2024 | Daniele Barzaghi
“Nel teatro dell’assurdo del Banco Bpm, una sola certezza: First, Uilca e Fisac sono pronti alla trattativa” è la frase con cui le tre sigle sindacali tornano a sedersi al tavolo di dialogo sui circa 800 licenziamenti da parte dell'istituto guidato da Giuseppe Castagna (in foto).
“Il terzo gruppo bancario accusa le tre sigle confederali che rappresentano la maggioranza sindacale del tavolo di trattativa di aver abbandonato il tavolo ‘proprio nel momento in cui veniva affrontato il tema del fondo…’ dimenticandosi che l’azienda aveva chiesto, e le parti condiviso, la partecipazione delle segreterie nazionali, ed avendo individuato le date del 10 e 11 luglio per continuare a parlare del tema occupazione e ricambio generazionale” si legge nella nota congiunta.
“Perché l’Azienda ha deciso di forzare comunque nel metodo e nel merito sul tema dell’occupazione, sapendo benissimo che le tre sigle confederali non sarebbero rimaste al tavolo silenti ad ascoltare per l’ennesima volta che gli organici di Banco Bpm dovrebbero calare di ulteriori 815 unità? Perché tutta questa ostinazione e perché questa totale convergenza di Fabi e Unisin sulla incommentabile iniziativa aziendale, capace di smentire anche sé stessa?” sono alcune delle domande rivolte alla proprietà.
“Questa azienda pretende di comunicare direttamente ai mercati, senza trattare coi sindacati” prosegue la nota. “Non siamo disponibili a lasciare scaricare sui lavoratori, come l’azienda pretenderebbe di fare, ulteriori carenze di organico, maggiori carichi di lavoro e peggioramento di benessere lavorativo, soprattutto perché si tratta di una azienda in grande salute, come ama dire l’A.D. Castagna”.
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