Tempo di lettura: 2min
2/6/2023
L'ultimo rialzo dei tassi della BCE è positivo per le banche, ma la riduzione dei prestiti e l'aumento del costo del rischio limiteranno i benefici. Così Moody’s valuta gli effetti sul settore della politica monetaria restrittiva dell’istituto di Francoforte.
Il 2 febbraio la BCE ha aumentato il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali (MRO) di 50 punti base, portandolo al 3%, ha inoltre annunciato l'intenzione (ma non l'impegno) di aumentare i tassi di altri 50 punti base nella riunione di politica monetaria di marzo 2023 e ha dichiarato che potrebbero essere necessari ulteriori rialzi dei tassi nei prossimi mesi per riportare l'inflazione all'obiettivo del 2% della BCE. Moody’s ritene che l'ultimo rialzo dei tassi - il quinto consecutivo della BCE dal luglio 2022 - sosterrà il reddito netto da interessi e la redditività delle banche dell'area dell'euro, anche se il calo dell'attività creditizia e l'aumento del costo del rischio annulleranno alcuni dei benefici.
L’agenzia di rating sottolinea che il contesto di tassi d'interesse più elevati dal luglio dello scorso anno “ha rafforzato gli utili delle banche nel secondo semestre, in particolare per le banche dei Paesi con una quota maggiore di prestiti variabili, come Spagna e Italia”. In particolare, le due maggiori banche italiane, UniCredit e Intesa Sanpaolo, hanno registrato profitti molto forti nel 2022, con il margine di interesse del quarto trimestre in aumento del 43% su base annua per UniCredit e del 57% per Intesa Sanpaolo. In Spagna anche il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria ha registrato un aumento del 30% del margine di interesse nel quarto trimestre 2022 rispetto all’ultimo quarto 2021.
Nonostante questi vantaggi, tuttavia, Moody’s fa osservare che quest’anno i profitti saranno limitati dalla riduzione dell’attività di lending, a causa del rallentamento dell'economia e dell'inasprimento degli standard creditizi. “L'inasprimento monetario della BCE - si legge nel’analisi di Moody’s - mira a frenare la domanda, con conseguenti ripercussioni sull'attività creditizia. Le banche dovranno inoltre sostenere accantonamenti più elevati, perché gli aumenti sostenuti dei tassi in un contesto di inflazione elevata finiranno per portare a un aumento delle insolvenze dei clienti”.
“L'anno scorso la qualità dei prestiti delle banche dell'area dell'euro è stata solida - evidenzia ancora l’agenzia di rating - come dimostra il costante calo del rapporto medio tra prestiti in sofferenza e prestiti lordi, sceso all'1,8% a settembre dal 2,1% di settembre 2021, secondo l'Autorità bancaria europea. Il costo del rischio è rimasto complessivamente stabile a un livello relativamente basso di 43 punti base dei prestiti lordi nel terzo trimestre 2022, in calo rispetto ai 45 punti base del secondo trimestre”.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie