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Intesa copre il 21,6% dell'AM italiano. I piani di espansione a est

12/17/2024 | Daniele Barzaghi

L'83% della raccolta di Eurizon è garantita dalle strutture di distribuzione del gruppo Intesa


“La spinta per il consolidamento è più forte quando i costi aumentano ma le masse non crescono abbastanza” afferma Maria Luisa Gota (in foto), a.d. di Eurizon, la casa di gestione del gruppo Intesa Sanpaolo, spiegando la fase di fusioni nel comparto del risparmio gestito europeo. 

“Dal 2022 l’industria, che deve spendere sempre di più in innovazione, dati, personale, ha affrontato il ritorno della concorrenza dei bond che dopo la risalita dei tassi hanno rendimenti interessanti, anche a breve. E poi c’è il fattore Etf: i fondi passivi con commissioni molto basse e notevole semplicità di utilizzo hanno rappresentato il 70% della raccolta netta in Europa dal 2021” aggiunge dalle colonne del Corriere della Sera. “Riuscire a fare economia di scala, in questo quadro, è molto importante”.

Eurizon oggi controlla il 16,2% del mercato italiano dell’asset management e considerando l'intero perimetro di Intesa Sanpaolo (che fino alla riorganizzazione del 2025 comprende ancora Fideuram AM Sgr ed Epsilon), il gruppo arriva al 21,6%. Questa egemonia, sommata all'83% di raccolta captive (ovvero prodotti commercializzati direttamente dalle strutture interne di distribuzione) sta contribuendo alla solidità della casa di gestione.

“Nei primi mesi del 2024 le nostre masse sono cresciute a 390,5 miliardi e l'utile netto a 465,6 milioni, con un miglioramento annuo del 21%, nonostante una raccolta netta negativa per 11 miliardi” prosegue Gota. “Il dato negativo dipende dall’uscita dei clienti legati agli sportelli ex Ubi ceduti da Intesa e allo ‘smontaggio’ di alcune unit linked".

Vista la quota raggiunta in Italia, per limiti Antitrust, un'eventuale espansione di Eurizon (così come per tutta Intesa Sanpaolo) non potrà che essere oltre confine; e l'attenzione è rivolta sopratutto alla penisola balcanica: “Il gruppo ha una quota del 20% dell’asset management in Slovacchia, in Croazia siamo al 31% e poi c’è l’Ungheria. In Grecia, dove si lavora per riportare i patrimoni fuggiti durante la crisi, l’accordo commerciale con Eurobank, la prima banca del Paese, ci consente di collocare prodotti e di esportare il nostro modello”.

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