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10/2/2014 | Alessandro Chiatto
Bpm si prepara a fare spazio a WeBank. Come riporta 'Il Giornale', infatti, 87 dei 99 sportelli principali, i cosiddetti "hub", perderanno la gestione anche delle pmi. La responsabilità passa al piano superiore, e cioè ai sei "distretti di sviluppo" in cui si articola la cooperativa (Milano, Nord Est, Nord, Piemonte, Ovest, Centro Sud). Ne restano esclusi dal depotenziamento solo 12: il criterio applicato è dimensionale e prevede come requisito minimo la gestione di 4 portafogli di clientela da almeno 15 milioni di ricavi ciascuno.
Gli 87 responsabili corporate verranno ricollocati nel gruppo con qualifiche variabili da "gestori aziende" a "responsabili aziende di distretto". In un'informativa, la banca guidata da Giuseppe Castagna (nella foto), spiega che l'inizio è previsto a gennaio 2015, e specifica che le innovazioni saranno applicate con "carattere di gradualità".
Nel gioco degli equilibri interni aumenta di peso la "Funzione Mercato", che ingloba l'ex WeBank dentro alla neonata scatola "Multi Channel Banking". Quest'ultimo avrà 149 addetti, tra i 112 ex WeBank e 37 di Bpm ora in distacco, che dovranno occuparsi di customer care, sviluppo digitale, «filiale virtuale» (aperture di conto corrente, deposito titoli, emissione di assegni circolari), supportare i consulenti (ex-promotori) e sviluppare i prodotti online. La fusione Webank porta anche circa 5 milioni di risparmio, che non fanno male visti i tempi, derivanti dallo stop della fatturazione infragruppo dei servizi web.
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