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4/28/2014
Nuovo cda e vertice per Veneto Banca. Il cda dimissionario dell'istituto veneto ha lasciato i vertici della popolare attaccando la Banca d'Italia e ribadendo il proprio 'no' al matrimonio con la Popolare di Vicenza.
il presidente Flavio Trinca, ha passato il testimone all'accademico Francesco Favotto, e a quello che sarà il suo vice, Alessandro Vardanega, e si è tolto il peso che da settimane aveva nello stomaco: "Banca d'Italia ha parlato di gestione opaca e in conflitto d'interesse, ma ha rappresentato la realtà in modo distorto e strumentale solo per favorire una certa aggregazione. Mai abbiamo piegato la banca a fini personali". E ancora: "Con un incontro romano che ci è stato caldeggiato senza nemmeno una nota scritta, volevano imporci una aggregazione a condizioni inaccettabili, con la governance a Vicenza e tutti a casa! Volete questo?".
Al di là dei toni da assemblea, però, Veneto Banca si è adeguata alle richieste di Via Nazionale: "Abbiamo fatto quello che Banca d'Italia ha chiesto, abbiamo messo in vendita asset strategici, ridotto il cda a 11 membri, rafforzato le rettifiche, ora spero che basti".
Per quanto riguarda la Popolare di Vicenza, Il presidente Gianni Zonin, chiude anch'egli la porta all'ipotesi di una aggregazione: "Mi sembra di assistere a quella commedia di Shakespeare, 'Molto rumore per nulla'. Noi non faremo mai un'Opa ostile verso una banca popolare, è questione di stile e serietà". Se la risposta da parte di Veneto Banca ad un'eventuale matrimonio "è no, anche per noi la risposta è no".
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