STOP AGLI INTERVENTI - Con una mossa solo parzialmente a sorpresa, che conferma le attese di molti esperti di mercato, la Fed pare pronta a sospendere il suo programma di Quantitative Easing.

Con giugno, quindi, saranno interrotti gli incentivi alla ripresa da parte governativa, dopo la seconda tranche di supporto da 600 miliardi di dollari.

"Sembra che i dati provenienti dall'analisi dei consumi privati e degli investimenti delle imprese testimonino di una ripresa che può finalmente autosostenersi" ha commentato il numero uno della Fed, Ben Bernanke.

Una decisione che testimonia il buon passo preso dalla ripresa dell'economia americana, ma che rischia anche di produrre un riflesso negativo sui risultati di molte imprese a stelle e strisce.

"Senza gli incentivi derivanti dai piani d'intervento della Fed, è probabile che assisteremo a un peggioramento nei profitti di molte aziende americane nel corso dei prossimi mesi" ha commentato ai nostri microtoni il Vicepresidente esecutivo di Pimco, Mark Taborsky.

Difficilmente a questo punto, però, la Fed potrà fare un passo indietro: secondo la maggioranza degli osservatori una decisione in tal senso trasmetterebbe ai mercati un senso di debolezza e incertezza che rischierebbe di avere gravissime ripercussioni.

Impressione che sembra essere rafforzata anche dal calendario della prossima riunione della Fed, che vedrà alla sua conclusione la prima conferenza stampa pubblica da parte di Ben Bernanke e l'immediato rilascio delle previsioni economiche del Fomc.

Rimane sul tavolo, invece, la questione dei tassi d'interesse. 

Ancora nessuna indiscrezione è trapelata circa un possibile rialzo da parte della Banca Centrale americana, in scia a quanto fatto vedere dalla Bce, ma su questa arena lo scontro tra interventisti e attendisti è ancora molto vivo.