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1/14/2013
Essere gigante in Italia e nano in Europa, è una formula che non può funzionare più, nemmeno per Mediobanca.
Cosi', si legge in un articolo di Milano Finanza, come accaduto alla Fiat nel settore auto, dove la contrazione del mercato interno e di quello europeo piu' in generale, associata alla crescente concorrenza dei produttori esteri, ha convinto Sergio Marchionne a puntare con forza su Stati Uniti e Sudamerica, anche Mediobanca si trova ad affrontare uno scenario analogo nei mercati nei quali e' stata leader incontrastata negli anni.
Mantenere il primato in Italia nell'advisory e nei collocamenti azionari tuttavia non basta piu'. La progressiva internazionalizzazione della banca, piu' che un'opzione strategica, appare dunque come una necessita'.
Nel corso della prime riflessioni fatte nel consiglio di amministrazione di Mediobanca lo scorso novembre qualche ragionamento sarebbe stato fatto su come allargare la presenza dell'istituto anche oltre il mercato italiano.
L'idea di Nagel, che sembrerebbe essere condivisa dal cda, sarebbe quella di procedere al rafforzamento delle sedi esistenti, potenziando anche la piattaforma attiva nell'Equity Capital Markets a Londra, e di espandersi in altri mercati ma senza procedere ad acquisizioni di aziende. La strategia sembra essere quella di replicare quanto fatto in Spagna e cioe' assoldare un banker di primo piano in grado con la propria rete di relazioni di portare clienti e operazioni alla banca d'affari.
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