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3/30/2016 | Stefania Pescarmona
Altro che immobili o oro, oggi per i private client è “passion investment”. Sempre più spesso, infatti, per far fruttare il proprio patrimonio, vengono scelti oggetti di piacere personale. E gli occhi vanno sui cosiddetti “investimenti di passione”, come quadri, gioielli, orologi, vino pregiato e auto, che non sono più solo semplici oggetti di (altissimo) valore, ma l’emblema di una passione, che può avere anche una piacevole ricaduta finanziaria.
Da una ricerca Aipb è emerso che più della metà degli intervistati (esattamente il 59,7% su 291 clienti private intervistati) possiede opere d’arte. Il crescente interesse verso questa tipologia di investimento è da legarsi anche al servizio di art advisory, che vede consulenti sempre più preparati, pronti a fare da intermediari ai clienti appassionati. “Rispetto al passato la situazione non è cambiata in modo sostanziale – spiega Aipb - Di fatto, la metà dei clienti private continua a rivolgersi alle gallerie, il 43% agli esperti indipendenti e il 21% alle case d’asta. L’unico cambiamento su cui occorre soffermarsi è che sono calati al 20% i clienti private che si affidano ad amici esperti non professionisti, mentre una quota pari all’8% considera già oggi le istituzioni finanziarie come interlocutori adatti per un servizio di art advisory”. Ciò significa che aumentano gli esperti e si dilata il ventaglio di servizi offerti.
In vetta alla lista dei desideri dei super ricchi c'è quindi l'arte, settore che sta acquistando una sua posizione nell’asset allocation che connota il settore private, tanto che la quota di investimenti di questo comparto è compresa tra il 7 e il 10% ed è in forte crescita. Secondo una ricerca di Citi, negli ultimi sedici anni il mercato dell’arte è balzato a un tasso medio annuo del 13%, giungendo a un valore complessivo nel mondo di 16,1 miliardi di dollari.
Attenzione però: “Bisogna essere cauti a considerarli investimenti in senso stretto, perché se è vero che, ad esempio, molte opere d’arte vengono vendute a cifre da capogiro, bisogna sempre riflettere su tutti gli oggetti che di fatto rimangono invenduti”, mette in guardia l'Aipb, che ricorda che la liquidabilità di un investimento e i relativi costi di disinvestimento vanno sempre presi in considerazione, anche se non è possibile confrontarli direttamente con gli investimenti finanziari. Alcuni esempi? “In questo contesto, tra gli artisti italiani, vanno per la maggiore Lucio Fontana e Amedeo Modigliani, il primo, con Concetto spaziale, La fine di Dio, 1964, venduto da Christie’s a New York per 24 milioni di euro, il secondo, con Nu couché, per oltre 141 milioni di euro”, commenta l'Aipb.
Ma l'arte non è l'unico investimento alternativo di passione: un altro esempio è dato dal vino, che sta riscuotendo un discreto successo. Secondo un’analisi di Mediobanca ogni euro investito in questo business nel 2001 vale oggi 5,4 euro, inoltre l’investimento nel settore vinicolo è risultato essere il 160% più redditizio di quello nel settore finanziario, anche se bisogna far attenzione a quattro caratteristiche: altissima qualità, capacità di durare nel tempo, notorietà e richiesta di mercato, rarità.
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