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Un anno di Monti

1/2/2013

Palazzo Chigi ha illustrato in otto punti l'azione dell'esecutivo guidato da Mario Monti nel 2012. Tra gli obiettivi non raggiunti il taglio del carico fiscale


Otto punti, dallo 'spread' al 'miglioramento dell'economia' per illustrare l'azione dell'esecutivo guidato da Mario Monti nel 2012.

 

Sul sito di Palazzo Chigi è stato pubblicato un documento, intitolato "Analisi di un anno di governo". Un bilancio di quel che è stato fatto e di ciò che rimane ancora da fare in futuro, eventualmente con un Monti bis. A partire dalla riduzione di un punto del carico fiscale, obiettivo mancato nell'anno che si è appena concluso.



La nota parte da un disamina dei dati economici dell'Italia prima che il Professore prendesse le redini del governo con un'attenzione particolare al dato del differenziale del tasso di interesse dei titoli di stato italiani con i bund tedeschi. Dopo il breve capitolo sullo "spread", il documento affronta la questione "Europa", rivendicando la crescita di credibilità del Paese grazie all'azione di riforme.



Tocca poi al "miglioramento dell'economia". Nella nota di sottolinea che "le prospettive per il futuro sono migliorate in modo significativo", che "gli investitori internazionali stanno tornando a comprare i titoli pubblici italiani, rendendo possibile una diminuzione del costo del denaro, non solo per lo Stato, ma anche per le imprese e le famiglie".



I capitoli successivi sono "fisco", "spending review", "competitività del Paese" (il punto più lungo del documento composto da nove cartelle), "corruzione e

legalità", "costi della politica e spesa pubblica degli enti locali".



Nel capitolo sul fisco, in particolare, si legge che ''l'obiettivo è di ridurre di un punto e progressivamente la pressione fiscale, iniziando dalle aliquote più basse per dare respiro alle fasce più deboli". Bisogna completare infatti la delega fiscale: la mancata approvazione "lascia una lacuna da colmare al più presto". Sulla spending review "non bisogna fare passi indietro - si legge ancora nell'Analisi - e soprattutto non bisogna cedere alle sirene delle lobby e di chi non vuole rinunciare ai propri privilegi". L'azione è appena iniziata, si chiarisce nel documento: "Non è ragionevole un cambiamento epocale in un tempo così ristretto".



Quanto ai servizi pubblici locali "si avverte la necessità di aprire alla concorrenza", in quanto gestiti in gran parte in modo diretto con il risultato di "un servizio spesso scadente che pagano i cittadini e le stesse amministrazioni". E i settori in cui ci sarebbero i maggiori spazi di apertura sono "i trasporti pubblici e i rifiuti".
Nel capitolo liberalizzazioni, il documento chiede interventi sulla distribuzione dei carburanti, fermata dal Parlamento, e propone la separazione tra Banco-Posta e Poste italiane.



Nella parte dedicata al miglioramento dell'economia, si legge che "la stabilizzazione dei conti
pubblici ed il calo dei tassi di interesse riduce fortemente il rischio di ulteriori manovre nel futuro". Il testo pubblicato sul sito di Palazzo Chigi indica questo come uno degli effetti concreti del fatto che "a poco più di un anno dal momento più drammatico della crisi, si può dire che le prospettive per il futuro sono migliorate in modo significativo".

Su lavoro e giovani, l'analisi mette in risalto che "purtroppo le pressioni opposte e contrarie al tentativo di aprire ai giovani e rendere il mercato dei professionisti più aperto, meritocratico e competitivo sono state poderose". Manca all'appello anche "una riforma completa dell'accesso alla professione forense e soprattutto le società tra professionisti". 

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