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12/13/2012
L'Italia avrebbe bisogno di una nuova stagione di integrazioni tra gli istituti cooperativi. Magari attraverso due matrimoni: quello tra Bpm e Banco Popolare e quello tra UBI e Bper. A dipingere lo scenario sono gli analisti di Mediobanca Securities i quali indicano le due fusioni possibili a partire dal secondo semestre 2013 quando le incertezze politiche, i numerosi appuntamenti elettorali e una nuova ondata di operazioni di pulizia nei bilanci delle banche saranno ormai alle spalle.
"Comunque - si legge nella nota ai clienti - questo accadrà solo se la Banca d'Italia forzasse il consolidamento usando la stessa pressione dall'alto che riteniamo necessaria se la banca centrale volesse imporre il tema di una 'bad-bank' nell'agenda italiana del 2013". Per gli analisti, in particolare, i merger ottimali sarebbero quelli tra UBI e Bper, che genererebbe sinergie di costi per 260 milioni e avrebbe un effetto accrescitivo del 17% sugli utili per azione dal secondo anno della fusione, e Banco Popolare con la Popolare di Milano, che comporterebbe 350 milioni di sinergie di costo e un +16% di eps dal secondo anno.
Fondere tutte e quattro le popolari, invece, potrebbe aggiungere ulteriore valore del 23% alle ipotesi precedenti grazie a extrasinergie. Peccato che, come ricordato dal ceo di Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, in agenda non c'è e non ci sarà alcun matrimonio, né fidanzamento.
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