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11/29/2012
La Banca Popolare di Milano passa dalle parole ai fatti e cancella il contratto integrativo aziendale dalla busta paga dei dipendenti.
Secondo agenzie di stampa, l'istituto ha inviato una comunicazione a tutto il personale, annunciando che "la precedente struttura della retribuzione viene ricondotta al disposto del contratto nazionale".
Bpm aveva gia' spiegato che la disdetta dell'integrativo e' soltanto un 'piano B' nella partita per ottenere il taglio dei costi previsto dal management, deciso per aggirare lo stallo nelle trattative sindacali per il prepensionamento di 700 dipendenti, che rimane il vero obiettivo. In assenza di accordo, comunque, l'istituto prosegue unilateralmente per la sua strada, anche se l'adeguamento delle buste paga prevede in ogni caso "la conservazione degli importi gia' percepiti a titolo di 'assegni di livello' e/o di 'indennita' economiche ad personam' sotto forma di assegni ad personam".
La disdetta della contrattazione di secondo livello, quindi, "non comporta alcuna diminuzione sulla retribuzione netta mensile". La mossa di Bpm non e' comunque piaciuta ai sindacati, sia per la forma (una comunicazione diretta ai dipendenti alla vigilia della riapertura del tavolo), sia per quanto riguarda l'unilateralita' dell'iniziativa. Oggi le parti torneranno a incontrarsi e, se si dovessero aprire spiragli, nuovi round sono gia' previsti venerdi' e poi a oltranza fino al raggiungimento di un accordo.
Dopo la lettera di martedì, tuttavia, alcuni sindacalisti definiscono "abissali" le distanze tra le parti e il negoziato appare sempre piu' in salita.
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