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11/19/2012
La spesa per la sanità in Europa è calata o rallentata in termini reali per la prima volta dopo 10 anni sotto il peso dei tagli di bilancio imposti dalla crisi.
Lo sottolinea l'Ocse in uno studio che fa il check up - in senso letterale - alla salute nel Vecchio Continente. In media nella Ue la spesa sanitaria pro capite e' aumentata del 4,6% l'anno in termini reali tra il 2000 e il 2009, ma e' diminuita dello 0,6% nel 2010
L'Italia ha segnato per la verita' solo un rallentamento della dinamica della spesa da +1,3% a +1%. Nel 2010 la porzione di Pil consacrata alla salute si e' stabilizzata o e' diminuita nella maggior parte degli Stati Ue, segnando una media del 9,0% (Italia al 9,2%), con un aumento dal 7,3% del 2000, ma in lieve calo dal picco del 9,2% medio del 2009.
L'Olanda è il Paese che stanzia la maggior quota di Pil a favore della sanità (12%), seguita da Francia e Germania (11,6%). In termini di spesa pro capite i Paesi Bassi restano al top con 3.890 euro, davanti a Lussemburgo (3.607) e Danimarca (3.439). In Italia la spesa pro capite risultava invece di 2.282 euro, poco sopra la media Ue (2.171).
Bulgaria e Romania sono i paesi con la spesa più bassa, pari a circa 700 euro. Nel 2010 in media quasi tre quarti (73%) della spesa sanitaria era finanziata dal bilancio pubblico negli Stati Ue, con percentuali varianti da oltre l'80% di Olanda e Paesi nordici al 55-60% di Bulgaria, Grecia e Lettonia. Nella fascia alta l'Italia con l'80%. Nel decennio 2000-2010, per altro, l'Italia e' uno dei Paesi in cui piu' si e' ridotta la spesa per la sanita' a carico dei cittadini (-6,7%). Solo in Polonia c'e' stata una riduzione maggiore
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