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USA ostaggio di Washington

9/25/2012

E' un vero e proprio affondo a Washington quello di Lloyd Blankfein, presidente di Goldman, ospite della Clinton Global Initiative,


La chiama cultura «gotcha» (di stretta) la stessa che rende complicato a politici e autorità del settore finanziario di assumere il rischio che serve per rilanciare la crescita. E' un vero e proprio affondo a Washington quello di Lloyd Blankfein, ospite della Clinton Global Initiative, il grande simposio ideato da Bill Clinton al termine del doppio mandato da presidente. «Business by design: crescita e opportunità» è il titolo della sessione a cui partecipa il numero uno di Goldman Sachs che non lesina critiche alla legge Dodd-Frank, l'ultima in materia di regolamentazione finanziaria, perché si è spinta troppo oltre rispetto alla necessità di limitare i rischi nata dopo la crisi finanziaria. «Ci sono troppe cinte e bretelle», dice Blankfein ricorrendo al consueto linguaggio didascalico.



Inoltre, secondo il presidente di Goldman, i politici e le autorità di settore che cercano il dialogo con il mondo degli affari devono sempre guardarsi le spalle. «I funzionari del Tesoro finiscono sempre per essere criticati ogni volta incontrano i capi delle banche», prosegue Blankfein secondo cui l'economia americana «se la sta solo cavando alla meno peggio», nonostante le azioni della Federal Reserve siano volte a rilanciare la crescita. Oltre tutto all'orizzonte c'è l'ombra del «fiscal cliff», ovvero la manovra congiunta di aumento della tassazione e taglio della spesa pubblica che scatteranno fra la fine dell'anno e l'inizio del 2013: «La gente dovrebbe iniziare a capire che questa è la vera bomba ad orologeria». Se non sarà raggiunto un accordo, l'impatto potrebbe esseri pari al 4% del Pil: «C'é un rischio sostanziale, se non agiamo l'impatto sarà molto negativo per il rating», prosegue il veterano di Wall Street. E non solo visto che le ricadute sarebbero anche di carattere politico visto che agli occhi degli osservatori la leadership non funziona come dovrebbe: «Meriteremmo una valutazione di governo disfunzionale». 
 

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