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9/21/2012
"L'anno prossimo, a causa dell'effetto di trascinamento del calo registrato nel corso del 2012, è previsto una contrazione dello 0,2 per cento". Per l'inversione di tendenza bisognerà attendere il 2014 ed il 2015 quando "è prevista una crescita rispettivamente dell'1,1 per cento e dell'1,3 per cento grazie all'aumento della domanda interna ed esterna in virtù degli effetti positivi delle riforme strutturali per rilanciare l'economia".
Il peggioramento delle stime di crescita impatterà anche gli altri aggregati macroeconomici. Per il 2012 l'indebitamento netto è atteso al 2,6% del Pil mentre l'anno prossimo si attesterà all'1,6%. Ad aprile i due dati erano stati rispettivamente stimati all'1,7% ed allo 0,5%.
"Considerata la ripresa dell'attività economica e il programma di dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili che delle partecipazioni pubbliche (i cui proventi, si stima, ammontano a circa 1 punto percentuale di PIL all'anno) è prevista una riduzione del debito pubblico dai 123,3 punti percentuali dell'anno in corso, a 122,3% nel 2013, 119,3% nel 2014 e 116,1% nel 2015, al netto dei sostegni erogati o in corso di erogazione ai Paesi dell'area dell'Euro".
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