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Bce-Fed, l'accoppiata vincente

9/17/2012

L'estate del 2012, che molti temevano dovesse portare sui mercati sconvolgimenti simili a quelli dell'anno precedente, ha invece finalmente regalato un po' di quiete ai nervi degli investitori.


L'estate del 2012, che molti temevano dovesse portare sui mercati sconvolgimenti simili a quelli dell'anno precedente, ha invece finalmente regalato un po' di quiete ai nervi degli investitori.

 

Il contributo principale, scrive Milano Finanza, è stato offerto da Mario Draghi, presidente della Bce, che, dopo averne ventilata il 26 luglio la possibilità, il 6 settembre ha annunciato l'intenzione di acquistare, sotto particolari condizioni, titoli del debito pubblico dei Paesi in difficolta' che chiederanno l'attivazione dello scudo antispread.

Quanto possono valere gli ipotetici e morigerati acquisti di Draghi, condizionati a severe politiche di bilancio e persino sterilizzati, se confrontati con quelli che il 13 settembre ha annunciato Ben Bernanke dando vita al terzo round dell'allentamento quantitativo? Quelli della Federal Reserve, infatti, saranno acquisti incondizionati, non sterilizzati e che si protrarranno a tempo indeterminato, sino a quando "la crescita non sara' migliorata a sufficienza".

Se infatti Draghi ha dovuto giustificare il proprio operato con complesse e non sempre convincenti argomentazioni circa l'esogenità di una parte dello spread, al suo piu' fortunato collega americano e' bastato invocare la necessità di rinvigorire la crescita economica: obiettivo che, come noto, rientra fra quelli che la Fed, a differenza della Bce, deve perseguire attraverso la propria politica.

E' forse prematuro ricollegare il rafforzamento dell'euro al ritorno dei grandi investitori internazionali, ma le borse salgono al traino del settore finanziario, i rendimenti dei titoli di Stato periferici scendono e quelli dei Paesi core salgono. Sembra che l'Europa stia correggendo quelle debolezze congenite che tanti danni le hanno procurato.

 

Per quanto attiene i mercati azionari, importanti case di investimento comincino a indicare come vincente, nel lungo termine, l'investimento in azioni della zona euro, i cui prezzi, cosi' lontani dai massimi, se raffrontati agli utili storici promettono rendimenti futuri molto elevati. 

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