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6/5/2012 | Massimo Morici
La crisi nell'Europa meridionale mette in fuga i capitali. Se la banca centrale spagnola ieri ha fatto outing, confermando un deflusso di quasi 100 miliardi di euro nei primi tre mesi dell'anno dalle banche spagnole, mentre ad aprile sono stati prelevati 31,4 miliardi dai conti correnti degli istituti iberici, anche in Italia i capitali starebbero riprendendo la via dell'estero: almeno 200 miliardi che hanno preso la strada di altri paesi Ue più sicuri, come Germania, Lussemburgo e Olanda.
Da qualche giorno, riporta stamane Italia Oggi, sui tavoli degli operatori finanziari circola una slide che demarca i confini dei movimenti di denaro, un documento di cui nessuno chiaramente si attribuisce la paternità, anche se i dati, secondo quanto risulta al quotidiano economico, sarebbero stati raccolti dai documenti contabili delle banche centrali.
"Il 99% dei conti aperti all'estero", ha spiegato un operatore del settore sempre al quotidiano, "sono motivati dalla domanda di maggiore sicurezza e solidità". Insomma, non si tratterebbe di una fuga dettata da motivi di eccessivo carico fiscale, ma soprattutto da timori legati al futuro del Paese. Del resto l'Italia ha avviato alcune settimane fa i primi colloqui formali con Berna per mettere in cantiere un accordo bilaterale per tassare i patrimoni degli italiani nelle banche elevetiche, alla stregua del Regno Unito e della Germania.
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