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Fed, tassi invariati

4/27/2012 | marco.gementi

La Federal Reserve, al termine della riunione del suo organo esecutivo, il Fomc, ha deciso di lasciare i tassi di interesse a un range tra...


La Federal Reserve, al termine della riunione del suo organo esecutivo, il Fomc, ha deciso di lasciare i tassi di interesse a un range tra lo 0 e lo 0,25%, il minimo storico a cui erano stati portati nel dicembre 2008. Rivista al rialzo la stima del Pil Usa 2012 a 2,4-2,9% e del 2013 a 2,7-3,1%. Tagliate invece le stime sulla disoccupazione 2012 a 7,8-8%, 2013 a 7,3-7,7%. L'inflazione rimarrà sotto il 2%. Stando ai dati, quindi, la Federal reserve ha alzato le stime sulla crescita dell'anno in corso, ma ha rivisto leggermente al ribasso quelle per il 2013 e il 2014. La banca centrale appare più ottimista sul fronte del lavoro, mentre le stime sull'inflazione sono state riviste leggermente al rialzo.

 

La Fed ha comunicato che nel mese di marzo c'è stata una ripresa moderata dell'economia Usa, con un miglioramento del mercato del lavoro e un calo della disoccupazione, che pure resta a livelli elevati. Le condizioni economiche - ha precisato la Federal reserve - permetteranno un livello dei tassi "eccezionalmente basso" almeno fino al 2014. La banca centrale americana prevede che "la crescita economica rimanga moderata per i prossimi trimestri e quindi cominci a prendere moderatamente slancio".  L'inflazione è leggermente salita, ma il rialzo è largamente da attribuire al rincaro dei prezzi del petrolio, che è destinato a essere temporaneo. "Le aspettative di inflazioni a lungo termine restano stabili". Il settore immobiliare "nonostante i segnali di miglioramento, resta depresso".

 

Non è previsto alcun ritocco al programma di stimoli all'economia già avviato dalla Fed. Nel documento il Fomc ha ribadito l'impegno a "sostenere una più solida ripresa economica e ad assicurare che l'inflazione rimanga a livelli in linea con gli obiettivi della fed", ovvero a proseguire con una politica "altamente accomodante" e a continuare con il programma di acquisto bond avviato a settembre e con la politica di reinvestimento dei ricavi dei titoli in portafoglio. Tuttavia non ci sono indicazioni di alcun tipo su un possibile terzo round di quantitative easing o su altre azioni straordinarie a sostegno dell'economia. 

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