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Banche, tre mesi ad alto rischio

3/25/2011 | Italo Marchesi

Fine settimana di fusioni per gli istituti spagnoli. Dall'Irlanda arrivano nuove richieste d'aiuto. E da qui a giugno gli stress test europei...


Dal 2013 il meccanismo di stabilità permanente (fondo anti-crisi) potrà garantire la concessione di prestiti fino a 500 miliardi di euro. Il fondo attuale (Efsf) sarà messo in grado di arrivare a 440 miliardi di prestiti da concedere (rispetto alla capacità attuale di 250 miliardi) entro giugno. E' questa, in estrema sintesi, una delle decisioni prese oggi dal Consiglio Europeo. Una decisione che ha tanto l'aria di una svolta ma che, come sottolineato da diversi opinionisti, non elimina definitivamente i rischi.

 

Su tutti il tanto temuto "effetto domino". Proprio questo termine è stato utilizzato dal presidente dell'Eurogruppo Juncker che dopo la Grecia e il Portogallo teme per ricadute anche su altri paesi periferici. In particolare la Spagna che si appresta a vivere un fine settimana di fuoco sul fronte casse di risparmio. Gli istituti spagnoli sono obbligati dal governo a presentare i loro piani di ricapitalizzazione entro lunedì. Entro quella data dovranno dimostrare di aver colmato un deficit di capitale che la Banca di Spagna stima sui 14 miliardi di euro attraverso fusioni, quotazioni in borsa o facendo ricorso al Frob, il fondo di salvataggio messo a disposizione dallo stato.

 


Secondo i quotidiani nazionali circa due terzi delle casse di risparmio spagnole hanno un deficit di capitale che eccede i limiti imposti lo scorso 18 febbraio. Queste sono: Bankia, Banco Base, BMN, Banca Civica, Novacaixagalicia, Catalunya Caixa, Caja Espana-Duero e Unnim. Ma, al momento, solo Bankia e Banca Civica sembrano decise a ricorrere a una quotazione in borsa. Alcune delle altre casse, secondo il Financial Times, avrebbero incontrato rappresentati di hedge fundo come Paulson & Co, Cerberus o Apax nelle scorse settimane per discutere di possibili investimenti.

 

Ma la questione banche non si limita alla Spagna. Gli stress test bancari sono oggi la più grande incertezza per l'eurozona. E' quello l'appuntamento considerato da molti come il termometro per capire il vero stato di salute della crisi finanziaria: "il vero appuntamento per capire se la crisi finanziaria può considerarsi davvero alle spalle oppure no" scrive Antonio Pollio Salimbeni su Radiocor. "Già si sa che saranno necessari alcuni interventi per banche «vulnerabili», via mercato o via bilanci pubblici dovranno essere fatti. Da qui a metà giugno, quando si conosceranno i risultati, si ballerà parecchio. In Irlanda si ballerà a fine mese perché il risultato dello stress test nazionale sta per essere definito in questi giorni". 

 

E se quanto scrive l'agenzia Bloomberg, che ha condotto un sondaggio fra gli analisti, non si è sbagliata, il 31 marzo si ballerà molto visto che sembra che le banche irlandesi avranno probabilmente bisogno di aiuti pubblici per 27,5 miliardi di euro. E visto che negli ultimi due anni Dublino ha iniettato 46,3 miliardi di euro nelle banche del Paese, la situazione appare ancora rischiosa. Ci aspetta un secondo trimestre non privo di sorprese.

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