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In banca vanno di moda gli esuberi

9/7/2012

Le difficoltà economiche generali e un quadro normativo sempre più penalizzante sono le cause dei forti tagli annunciati.


Difficoltà economiche generali. Quadro normativo sempre più penalizzante. Problemi specifici del settore bancario.
 
Tutte questioni analizzate dall'executive summary su "La condizione di lavoro nel sistema bancario italiano: fattori di crisi" durante il comitato di presidenza dell'Abi martedi' 4 settembre.

Il sunto del report presenta un conto decisamente pesante in termini di occupazione: considerando il numero di vertenze aperte e relative ristrutturazioni e riorganizzazioni le eccedenze di personale superano le 11.600 unità, ma arrivano poi a 20 mila circa complessive, se si tiene conto "delle uscite definite da accordi sindacali gia' in fase di attuazione".

 

 

La fotografia dell'Abi


Tralasciando le condizioni macroeconomiche dell'Italia, dopo 5 anni di crisi l'analisi dell'Abi evidenzia che per gli istituti la caduta di redditività appare drammatica a cui si aggiunge pesanti riforme regolamentari di settore e necessità di rafforzamento patrimoniale imposte dall'Europa. Non manca un costo del lavoro tra i più alti d'Europa.

 

Confronto con l'Europa

Mentre fuori confine avanza un processo di riorganizzazione delle reti riconsiderando il numero, la localizzazione e l'organizzazione, e si centralizzano i back office e si punta sulle attività online le banche italiane si trovano a gestire le eccedenze confrontandosi con gli effetti delle riforme fornero, la grana degli esodati e il rischio crac per il fondo esuberi per il quale esistono forti criticità legate alla progressiva insostenibilità degli oneri in ragione dell'incremento dei costi correlati.
Non solo anche la riforma del lavoro non contiene significative ed efficaci misure per la flessibilità all'ingresso dei lavoratori, ne agevola i meccanismi di uscita.


Quindi cosa fare?

Secono l'Abi vanno cercati nuovi equilibri tra livello dei salari e occupazione sostenibile per puntare sulla contrattazione di prossimità a livello aziendale o di gruppo per adeguare le discipline collettive alle reali necessità delle imprese.

Scendono in secondo piano i contratti nazionali ma va anche superata la tradizionale contrattazione integrativa aziendale attraverso una regolamentazione derogatoria o sostitutiva di quella prevista dal contratto nazionale


La voce di Ghizzoni

Il problema degli esuberi di personale è diffuso in tutto il sistema bancario e anche Unicredit dovrà affrontarlo. Lo ha detto l'aministratore delegato Federico Ghizzoni, sottolineando che "è chiaro che il tema degli esuberi di personale c'è ovunque nel settore bancario e in qualche modo andrà affrontato. Però oggi come Unicredit non abbiamo discorsi aperti con il sindacato sul tema".

"Noi abbiamo il vecchio piano di esuberi - ha spiegato Ghizzoni arrivando al workshop Ambrosetti - annunciato a ottobre del 2010, per 3.500 persone. Poi nel piano industriale c'era la disponibilità a discutere con il sindacato per il periodo 2012-2015. È arrivata la riforma delle pensioni - ha concluso - e adesso ci dobbiamo incontrare e decidere che fare: non abbiamo un piano preciso sul tema". 

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