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8/6/2012
Dopo una chiusura dei listini che ha visto Piazza Affari archiviare la settimana a +6,34% (migliore in Europa) è arrivata la scure di Standard and Poor’s, che ha tagliato il rating di 15 banche italiane in vista di una recessione "più profonda e lunga del previsto" per il Paese, con ripercussioni sul suo sistema bancario.
In particolare l’agenzia, che prevede per il Pil italiano un calo del 2,1% nel 2012 e dello 0,4% nel 2013, ritiene che "rispetto ad altri paesi dell'area euro, come la Francia o la Germania, l'economia italiana non si sia ripresa dalla recessione del 2008-2009".
Le banche
Sotto la scure di S&P sono finiti anche colossi del credito, come Mps, passata da BBB a BBB- e Ubi, in discesa da BBB+ a BBB, ma anche Carige (da BBB- a BB+), la Popolare dell'Emilia Romagna (da BBB a BB+), la Popolare di Milano (da BBB- a BB+) e la Popolare di Vicenza (da BBB- a BB+), scese al livello di “titolo spazzatura” che renderà ancora più difficile il finanziamento sui mercati internazionali. Declassati anche Bcc di Conversano (da BBB- a BB+), la Popolare dell'Alto Adige (da BBB a BBB-), Dexia Crediop (da BB- a B+), Eurofidi (da BBB- a BB+), Iccrea (da BBB a BBB-), Agos-Ducato (da BBB a BBB-), Banca Akros (da BBB- a BB+).
Confermati invece i rating di UniCredit, Intesa Sanpaolo e Mediobanca.
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