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Ubp: ecco i rifugi sicuri per gli investitori

5/11/2012

Secondo Luca Trabattoni, head of sales per l’Italia e per i paesi del Mediterraneo, la crisi spinge gli investitori a cercare classi di attivi che preservino il capitale


 

Ci sono ancora rifugi sicuri per gli investitori? La domanda (dal sapore di sfida) ce la pone Luca Trabattoni (nella foto), responsabile per l’Italia e il Mediterraneo di Union Bancaire Privée (UBP) Asset Management. A lui, naturalmente, anche il compito di trovare, se non una "cura", una risposta. 
"La crisi spinge gli investitori a cercare classi di attivi che preservino il capitale" spiega Trabattoni. Oggi ci si accorge che alcuni attivi, considerati solitamente “tranquilli”, stanno diventando più rischiosi.Per esempio, il profilo di rischio/rendimento delle obbligazioni governative è notevolmente cambiato e appare ben poco interessante. Le banche centrali mantengono i rendimenti artificialmente bassi e i tassi d’interesse reali negativi non sono sostenibili nel lungo termine".
 
 
Un altro tradizionale bene rifugio, che ha  però mutato il proprio comportamento, è il franco svizzero: lo scorso mese di settembre la Banca Nazionale Svizzera ha imposto una soglia minima del cambio dopo la forte avanzata nei confronti dell’euro, provocando un immediato deprezzamento del 9%. "Anche senza l’ipotesi di una significativa rivalutazione del franco - commenta Trabattoni - la Svizzera rimane un’oasi di stabilità economica e politica se confrontata con il resto dell’Europa".
 
 
Unico punto fermo: l’oro, il bene rifugio per eccellenza. "Si è difeso in scenari inflazionistici e deflazionistici e rappresenta una riserva di valore in un’epoca in cui le valute a corso forzoso si stanno deprezzando. Tuttavia, come abbiamo visto nel 2012, neppure l’oro è immune dalla volatilità nel breve termine".
 
 
Proprio mentre alcuni beni rifugio tradizionali stanno diventando meno affidabili, classi di asset considerate storicamente come più rischiose appaiono più sicure. Di fatto, le obbligazioni governative dei mercati emergenti sembrano ora navigare in acque più tranquille di quelle dei paesi sviluppati: nel medio termine dovrebbero essere sostenute da una crescita più rapida e dall’apprezzamento delle valute e offrire un rendimento interessante, mentre il rapporto tra debito pubblico e Pil di questi paesi sta diminuendo, al contrario di ciò che avviene in Occidente.
 
 
Per quanto riguarda le azioni, "alcune aziende di qualità offrono ora rendimenti e rating che erano prima appannaggio dei mercati obbligazionari. Gli investitori possono cercare una relativa sicurezza nei dividendi di un portafoglio attentamente selezionato e tutelarsi contro il rischio di perdite sul capitale". I rifugi sicuri esistono ancora, talvolta dove meno ci si aspetta.

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