“Sono profondamente convinto che l’investimento passivo come approccio non esista: quando si costruisce un portafoglio non c’è niente di passivo”. Stephan Fritz, del team di gestione multi-asset di Flossbach von Storch, intervistato da advisoronline.it, rompe il classico schema attivo-passivo. Guardando invece agli strumenti, “come ad esempio gli ETF, possono essere passivi e sono estremamente utili nelle mani degli investitori professionali”. La giusta strategia d’investimento? “Con un portafoglio multi-asset ampiamente diversificato, gli investitori sono in grado, nei diversi scenari di mercato, di contenere i rischi e cogliere le molteplici opportunità di rendimento”. Infine, si sofferma sull’importanza dell’investimento in oro che considera una vera e propria “polizza antincendio per i fondi”.

Qual è il portafoglio migliore per affrontare il momentum?
Non esiste un portafoglio perfetto per affrontare il momentum. La costruzione del portfolio dipende dall’orizzonte temporale, dalle aspettative dei clienti e dall’obiettivo che si sono prefissati. Quando questi elementi sono ben definiti la costruzione del portafoglio è un processo abbastanza semplice. Con un portafoglio multi-asset ampiamente diversificato, gli investitori sono in grado, nei diversi scenari di mercato, di contenere i rischi e cogliere le molteplici opportunità di rendimento, anche in una fase come quella attuale, in cui ci aspettiamo tassi bassi per un periodo prolungato di tempo.

In che modo?
La filosofia alla base dei nostri fondi multi-asset, e in particolare del FvS Multiple Opportunities II, punta a generare rendimenti interessanti per gli investitori in un’ottica di lungo termine. Per riuscirci il nostro team multi-asset punta a diversificare il portafoglio combinando attivamente i diversi asset, tra cui azioni, obbligazioni societarie e oro, coniugando così opportunità di investimento con una sapiente diversificazione del rischio. Riteniamo in particolare che l’oro (fisico) sia una sorta di “polizza antincendio” per i fondi. Non investiamo quindi in oro per speculare o trarre un guadagno immediato, ma lo utilizziamo al fine di limitare le perdite qualora i restanti asset, a livello valutario e finanziario, subiscano dei contraccolpi. Nel fondo Multiple opportunities II l’esposizione in oro, che al massimo può arrivare al 20%, al momento si attesta al 10% del portafoglio.

Quale approccio di gestione (attivo o passivo) è meglio adottare?
Sono profondamente convinto che l’investimento passivo come approccio non esista: quando si costruisce un portafogli non c’è niente di passivo. Dobbiamo stabilire gli obiettivi, il tipo di strategie in cui investire, i Paesi, la percentuale e il tipo di azioni, l’orizzonte temporale, di conseguenza il cliente si trova costretto a prendere delle decisioni e quindi a essere attivo. Gli strumenti invece, come ad esempio gli ETF, possono essere passivi e sono estremamente utili nelle mani degli investitori professionali. Purtroppo l’industria finanziaria usa spesso gli ETF come strumento di trading, ma non è per questo scopo che sono stati ideati, sono strumenti da mettere in portafoglio in un’ottica di lungo periodo.

Ad esempio?
Prendiamo l’ETF sull’ S&P 500, uno degli ETF migliori sul mercato a mio parere, si nota che, proiettando i dati su un orizzonte temporale di 20 anni, i suoi rendimenti sono sempre positivi. Se però si considera un orizzonte di 10 anni ci sono stati dei momenti negativi. Adottando un approccio passivo, ovvero non vendendo nei momenti negativi, l’investitore ottiene un profitto. Attivandosi, o vendendo, il guadagno viene perso.