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Bond: i timori di una correzione torneranno a farsi sentire

12/22/2017

È sotto il segno della prudenza l’outlook obbligazionario per il 2018 di Charles McKenzie, chief investment officer di Fidelity International


Il 2017 sarà ricordato come un altro anno di buoni rendimenti per il segmento obbligazionario. I timori di una correzione delle obbligazioni sono caduti ancora una volta nel vuoto ma sicuramente torneranno a farsi sentire nel 2018. È sotto il segno della prudenza l’outlook obbligazionario per il 2018 di Charles McKenzie (nella foto), chief investment officer di Fidelity International. “Il 2017 sarà ricordato come un altro anno di buoni rendimenti per il segmento obbligazionario. I timori di una correzione delle obbligazioni sono caduti ancora una volta nel vuoto ma sicuramente torneranno a farsi sentire nel 2018” spiega McKenzie.

L'Eurozona, invece, continuerà a beneficiare dell'espansione economica, mentre le "ferite del settore bancario sono in via di guarigione". "Un problema più urgente per le autorità è invece l’assenza di inflazione e, pur considerando lo scarso entusiasmo per l’attuale programma di QE e le sue ramificazioni internazionali, la Bce stenterebbe a giustificare un’accelerazione del ritmo di normalizzazione della politica monetaria data la debolezza dell’inflazione nell’area euro" sottolinea l'esperto. In Giappone, il miglioramento della crescita e l’erosione dell’output gap potrebbero incoraggiare la Bank of Japan a incrementare il target dei rendimenti dei decennali sul finire del 2018, mentre negli altri mercati, "l’attenzione sarà concentrata sull'economia cinese che influenzerà l’andamento della regione asiatica, delle materie prime e della propensione al rischio più in generale". 

Passando ai mercati obbligazionari, la crescita sostenuta e un ulteriore aumento dei tassi statunitensi dovrebbero esercitare pressioni cicliche al rialzo sui rendimenti globali. "Nel complesso ci aspettiamo un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato nel 2018, ma solo di poco superiore a quanto già scontato nei mercati" spiega McKenzie, aggiungendo che nei mercati del credito, che hanno beneficiato di un forte dinamismo dell’economia e di un contesto favorevole in termini di tassi d’interesse, i segmenti a più alto rendimento del mercato dovrebbero continuare a sovraperformare, sostenuti dal carry e da un restringimento degli spread oltre gli attuali livelli.

"Un rischio al rialzo per i mercati è in effetti la crescente prevalenza di cautela fra gli investitori, in particolare tra gli asset manager. La questione più urgente è rappresentata dalle valutazioni elevate e la categoria investment grade rimane il segmento privilegiato, che offre una protezione adeguata per resistere ai rallentamenti economici. Dato il livello ridotto degli spread sulle due sponde dell’Atlantico e in Asia, le opportunità regionali da cogliere sono meno numerose rispetto agli anni precedenti. Il debito dei mercati emergenti offre tuttavia un discreto potenziale di rendimento. Ravvisiamo opportunità anche nelle asset class come i titoli ibridi, che vantano rendimenti paragonabili a quelli dei mercati high yield tradizionali, ma con un rischio di credito sottostante analogo a quello delle obbligazioni investment grade" conclude McKenzie.

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