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12/14/2017
È difficile che il 2018 si riveli come l'anno della recessione negli USA: tutti i segnali fino ad ora dicono il contrario. Ad assicura gli investitori è Bruno Rovelli (nella foto), chief investment strategist per l’Italia di BlackRock, che ha presentato il Global Investment Outlook della società di investimento. Rovelli ha ricordato che le preoccupazioni degli investitori sono più che giustificate, visto che l’attuale fase di espansione dura da 120 mesi. Tuttavia, gli attuali indicatori ci dicono che “l’espansione continuerà il prossimo anno”, anche se in generale la situazione "sarà meno brillante rispetto al 2017 se consideriamo le sorprese in positivo i grado di spingere in alto i mercati". Rovelli ricorda, inoltre, che “ i cicli in genere non muoiono di vecchiaia, ma per squilibri interni e che nell’attuale fase non vediamo segnali di questo tipo sui mercati".
Il prossimo anno dovremmo assistere a timidi segnali di ritorno dell’inflazione, soprattuto negli USA (dove si attesterà attorno al 2%)e ciò potrebbe “spingere la Fed ad effettuare tre rialzi”. Il livello generale dei prezzi dovrebbe aumentare leggermente un po’ ovunque, anche nell’Eurozona, anche perché “la Cina per motivi economici interni da alcuni anni non esporta più deflazione”. I tassi di interesse sono visti in rialzo, spinti dalla politica monetaria della Fed cui seguiranno le mosse restrittive della Bce e della Boj. In questo scenario, insomma, gli investitori saranno ancora remunerati per il rischio sui mercati azionari, ma Rovelli aggiunge che "le performance saranno più deludenti, per le attuali alte valutazioni, con crescite "non abbondanti e a doppia cifra".
BlackRock, in particolare, è positiva sui mercati azionari globali, con un preferenza per i titoli tecnologici e finanziari, e a livello di aree per l’Europa, l’Asia, il Brasile e il Giappone. La visione sul reddito fisso è in genere neutra su tutti i segmenti, il prezzo del petrolio dovrebbe mantenersi in un range relativamente ristretto rispetto all'esperienza dell'ultimo decennio e il dollaro dovrebbe continuare a rafforzarsi nel breve termine, anche se "l’euro è entrato in un trend di rafforzamento pluriennale”.
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