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Schroders: banche europee? Ad ogni investitore la sua

7/20/2017 | Gloria Grigolon

In un contesto in cui il rientro dalle politiche monetarie liquide richiederà più tempo del previsto, il Vecchio continente resta terra florida in cui cogliere occasioni di profitto.


Approccio costruttivo, ma selettivo sul settore bancario paneuropeo, sostenuto dal rafforzamento dell’economia globale e da livelli di capitale più resilienti alle perdite. A proposito, Italia e Spagna hanno ancora del lavoro da fare, mentre il Regno Unito potrebbe essere attraente per gli investitori più pazienti.

In un contesto in cui il rientro dalle politiche monetarie liquide richiederà più tempo del previsto, il Vecchio continente resta terra florida in cui cogliere occasioni di profitto.

 

A valutare quali strategie applicare sul settore bancario europeo è Justin Bisseker, European Banks Analyst di Schroders, che ha mostrato come tale scelta d’investimento, seppur non scevra di rischi,  debba ricadere su quegli istituti del credito aventi proventi (e bilanci) slegati dall’aumento del costo del denaro.

 

In un contesto di ripresa economica globale e di incremento della profittabilità aziendale, i venti contrari sul fronte politico e regolamentare sono andati calando. L’azione delle autorità centrali nel garantire livelli patrimoniali bancari solidi e cuscinetti precauzionali atti ad arginare il rischio, è stata accolta dagli investitori con rinnovata fiducia. Oltre che da ciò, i titoli bancari sono stati supportati dalle aspettative di tassi di interesse più elevati, che potrebbero però richiedere più tempo del previsto. “L’attesa per l’aumento dei tassi che ha accompagnato il reflation trade globale” ha spiegato Bisseker “ha risollevato gran parte del settore. Bisogna essere consapevoli del fatto che questo fenomeno potrebbe placarsi se le aspettative su tassi più elevati dovessero venire meno”.

In tal senso, la maggiore incognita riguarda i dati macroeconomici che, con un’inflazione core ancora bassa ed una crescita dei salari ridotta (nonostante un Pil più forte e il calo della disoccupazione), potrebbero allungare i tempi di un rialzo.

Secondo l’analista, è inoltre necessario che gli investitori capiscano che l’impatto della riduzione dello stimolo monetario operato dalla Banca centrale europea (che non sarà comunque discusso prima del settembre 2017) sarà probabilmente più moderato e graduale del previsto.

 

Quello bancario continua ad essere un settore in cui gli investitori, oltre a cercare guadagno, dovrebbero muoversi con cautela. “Nel frattempo” ha concluso Bisseker “sembra che nel Regno Unito il mercato azionario stia caricando un premio per il rischio ancora più elevato per le banche britanniche. Un Governo indebolito, un Pil in diminuzione, un indebitamento più alto dei consumatori e le incertezze riguardo alla Brexit rappresentano un mix sgradevole di preoccupazioni”, ma i ritorni potenziali sul medio-lungo periodo possono giustificare tali rischi.

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