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Con le Fintech il cliente diventa un'ossessione. Ed è un bene

4/5/2017

State Street ha presentato un'indagine globale per capire cosa dovranno fare le imprese di investimento per eccellere nella trasformazione digitale


Integrazione, integrità e intelligence. Sono le tre “i” individuate da State Street Corporation per vincere nell’era del Fintech, tre elementi di cui le società leader nel settore dei servizi finanziari avranno bisogno per eccellere nella nuova era digitale: integrare dati interni ed esterni; trarre dai dati stessi nuove informazioni di intelligence per migliorare il processo decisionale, la velocità e l’attenzione al cliente; e infine proteggere l'integrità di questi dati con i più elevati livelli di sicurezza informatica. È la conclusione cui è giunta un'indagine globale intitolata "Finance Reimagined: Finding Long-Term Value in a Digital Age" su 2.000 investitori e 500 provider di servizi di investimento, un gruppo che va dalle banche universali e società di gestione del risparmio a società di investimento alternative e start-up fintech. I risultati sono stati illustrati da Riccardo Lamanna (nella foto), responsabile per l’Italia di State Street Global Services.

Tra le società di investimento intervistate, tutte basate nei paesi sviluppati (ma non in Italia), quasi la metà (49%) afferma che la tecnologia sta ridefinendo le logiche di mercato. Otto su dieci (81%) ritengono che la trasformazione digitale sia importante per il futuro della propria organizzazione. “Nonostante il ritmo sostenuto dell'innovazione digitale, molte imprese di investimento sono caratterizzate da ritardo digitale, perché stentano ad abbracciare le nuove tecnologie rispetto ai loro colleghi leader digitali" spiega Lamanna. La differenza si vede: la ricerca rivela che oltre il 60% dei primi della classe sta applicando solide misure di sicurezza informatica per garantire l'integrità dei dati, rispetto al 22% delle pecore nere, e sta allineando le funzioni di front, middle e back office per offrire ai clienti un servizio migliore (il 30% delle imprese in ritardo digitale). I leader sfruttano appieno i data e analytics per migliorare il processo decisionale (63% rispetto ad appena il 24% delle imprese in ritardo digitale), hanno identificato aree future di crescita e si concentra sulla costruzione di un approccio integrato e omni-canale contro il 24% delle imprese in ritardo digitale.

Per raggiungere i primi, i ritardatari dovranno quindi adottare una serie di misure per accelerare il loro viaggio verso il futuro digitale. Queste includono la ridefinizione del talento tecnologico, cercando al di fuori del proprio settore le giuste competenze, e creando opportunità di carriera significative che attraggano talenti di alto livello. Le società in ritardo nella fransazione tecnologica dovranno mettere in discussione il modello operativo attraverso l'adozione di un approccio all’innovazione agile e veloce, prendendo in considerazione partnership con aziende tecnologiche o acquisizioni di start-up, e creare un’architettura digitale per il futuro, costruendo un'infrastruttura IT in grado di misurarsi con portafogli di investimento e requisiti regolamentari sempre più complessi, salvaguardando al contempo il risparmio. Nell'era digitale, poi, vince chi è "ossessionato” dal cliente per fornirgli prodotti altamente personalizzati e iperconvenienti.

Per farlo State Street suggerisce inoltre di guardare non tutte le tecnologie, ma solo quelle che crescono velocemente e quelle “smart” che possono fare la differenza nella customer experience e possono aiutare a far avanzare alcune società nella competizione digitale al 2021. Eccole: la blockchain (potrebbe trasformare il ciclo di vita della negoziazione e portare trasparenza, tracciabilità e fiducia); l’analitica predittiva (evidenzia le tendenze nei bisogni dei clienti); l’intellingenza artificiale (il 49% prevede di utilizzarla entro 5 anni); i sistemi di tracciamento in tempo reale (aiutano gli asset manager a rispondere con maggiore velocità ai cambiamenti del mercato); e i software ID basati su elementi biometrici (rendono più sicura l’identificazione dei clienti).

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