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L'euro festeggia 15 anni. Pro e contro secondo GAM

1/5/2017 | Joachim Corbach*

L’Eurozona è ancora lontana dall’essere il contesto ideale per ospitare un’unica moneta. Ecco perché


L’euro ha appena celebrato il suo quindicesimo compleanno. Le prime monete e banconote sono state emesse il 1 gennaio del 2002, anche se, in senso proprio, la moneta unica ha celebrato il suo quindicesimo anniversario tre anni fa, dato che era stata introdotta come moneta scritturale all’inizio del 1999. Tuttavia, non c’è dubbio che l’evento più evidente sia stato il lancio fisico della nuova divisa. Non è generalmente condiviso che l’introduzione dell’euro sia stata una decisione tanto di natura politica quando puramente economica fin dall’inizio.

L’Eurozona, naturalmente, è ancora lontana dall’essere il contesto ideale per ospitare un’unica moneta: le singole economie nazionali sono infatti troppo diverse le une dalle altre, i cicli economici troppo asimmetrici e il fattore di mobilità troppo basso. A dire il vero, ciò significa che rimane un punto interrogativo il fatto che i benefici economici saranno superiori alle perdite in ogni momento. A ogni modo l’origine dell’euro può correttamente risalire al concetto di integrazione europea e alla creazione di un mercato continentale agli inizi degli anni Settanta.

L’accettazione pubblica del progetto di moneta unica fu molto basso in alcuni Paesi (ad esempio, al di sotto del 40% in Germania laddove il Cancelliere dell’epoca Helmut Kohl si disse avesse agito in materia come un dittatore). A ogni modo, la tolleranza è aumentata in maniera graduale negli anni successivi e rimane ad alti livelli, nonostante alcune evidenti proteste pubbliche. Una convergenza economica dei singoli Paesi all’interno dell’Eurozona è essenziale per la sopravvivenza della moneta unica nel lungo periodo.

Il Patto di Stabilità e Crescita di Maastricht è uno strumento chiaramente insufficiente per raggiungere questo obiettivo. Nei fatti, è opinabile, almeno considerando gli anni più recenti, che i criteri di Maastricht abbiano contribuito alla crisi dell’Eurozona piuttosto che impedirla. Di conseguenza, è logico che la clausola anti-bailout sia stata fatta cadere con l’introduzione del Meccanismo di Stabilità europeo e l’implementazione del programma di alleggerimento quantitativo.

Ulteriori importanti modifiche sono state fatte: attraverso l’unione bancaria, approvata nel 2014, sono stati standardizzati il Meccanismo di vigilanza unico e il processo di liquidazione degli istituti e il Meccanismo di Risoluzione Unico nell’Eurozona, ma, sfortunatamente, non le guideline in tema di assicurazione dei depositi. Guardando all’anno appena iniziato, i rischi politici legati alle presidenziali francesi non devono essere presi sotto gamba, soprattutto se porteranno all’aumento del potere da parte delle forze politiche apertamente anti-europeiste nei prossimi anni. Tuttavia, l’esempio della Grecia dimostra che l’elezione di un partito euro-scettico non porta in maniera automatica ad un’uscita dall’Eurozona. Questo rispecchia la consapevolezza del fatto che una qualsiasi uscita di uno Stato Membro peggiorerebbe in maniera significativa la sua situazione economica, almeno nel breve periodo. Di conseguenza, possiamo credere che l’euro avrà ancora tanti anni davanti a sé.

Ma come si traduce tutto questo per gli investitori? L’euro è significativamente svalutato se misurato in termini di parità del potere d’acquisto. A parte il crescente differenziale dei tassi di interesse rispetto a quelli statunitensi e la questione ancora irrisolta dei crediti deteriorati nei bilanci delle principali banche europee, anche i rischi politici attesi possono essere considerati responsabili di questa dinamica. Poiché alcuni di questi sviluppi negativi sono già correttamente prezzati e grazie al costante supporto fornito da un conto corrente della bilancia dei pagamenti solidamente positivo, le probabilità di una ripresa del tasso di cambio è equivalente a quella di un suo ulteriore indebolimento. Al momento, quindi, sembra che una posizione neutrale possa rivelarsi la più appropriata.

* responsabile valute e materie prime presso GAM

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