Mantenere un'asset allocation conservativa potrebbe essere la soluzione giusta in una fase dominata da appuntamenti politici dall'esito incerto e soprattutto imprevedibile, viste le sorprese elettorali che hanno caratterizzato il 2016. Ne è convinta Laurence Boone, head of research and investment strategy di AXA Investment Managers, sottolineando inoltre come "i mercati non reagiscano alle sorprese sul fronte politico in modo coerente."

 

 

Analizzando le conseguenze dell'insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, Boone, al netto dell'incertezza che regna ancora sovrana sull'effettivo programma di governo della nuova presidenza, individua due elementi che è possibile considerare vicini alla certezza in relazione ai prossimi mesi. "Lo scenario più plausibile - afferma l'head of research and investment strategy di AXA IM - è un forte stimolo per la domanda, con modifiche sul fronte fiscale, parziale deregolamentazione del settore finanziario e politica più favorevole alle fonti di energia tradizionali." La seconda conseguenza, negativa, sarà l'aumento della pressione sui mercati emergenti, Messico su tutti.

 

 

Le ripercussioni sull'Europa si vedono già nel rialzo dei rendimenti obbligazioni, degli spread e delle curve. Se l'effetto su curve e rendimenti fa bene rispettivamente a comunità finanziaria e Banca Centrale Europea, le evoluzioni della situazione statunitense impongono una complessiva revisione delle stime e delle prospettive economiche e finanziarie. A questo si aggiunge il fattore di incertezza da attribuire agli appuntamenti politici dei prossimi mesi, primo fra tutti il referendum italiano del 4 dicembre. "Mentre la politica assume sempre più un ruolo centrale, l’asset allocation richiede cautela", fa notare Boone. "Primo - argomenta - c’è molta incertezza sulle modalità con cui il Presidente Trump porterà avanti il suo programma elettorale, che secondo noi i mercati hanno sottostimato sin dal voto. Secondo, sembra giunto il momento di una rivalutazione dei rischi nell’Eurozona."