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Pioneer, ecco come affrontare il 2015

12/4/2014

Un Quantitative Easing, in questo momento, avrebbe l'effetto "dell'acqua sui sassi". Meglio puntare sulla politica fiscale. È questo uno dei punti fermi per il nuovo anno secondo gli esperti della SGR del gruppo Unicredit.


Un Quantitative Easing, in questo momento, avrebbe l'effetto "dell'acqua sui sassi scivola via e non cresce l'erba: molto meglio puntare su una adeguata politica fiscale". È questo il parere di Monica Defend, head of global asset allocation di Pioneer Investments, che oggi ha presentato alla stampa l'outlook 2015 della società, un outlook che presenta un'unica grande incognita: i rischi geopolitici che saranno potenzialmente maggiori rispetto al 2014 e con effetti più estesi. "L'azione delle banche centrali è ormai condizione necessaria ma non più sufficiente per un'economia che, nelle stime di Pioneer Investments, dovrebbe crescere del 3,5% a livello globale l'anno prossimo" hanno spiegato Defend e Matteo Germano,  global head of multi asset investments della sgr che ha ricordato che in uno scenario come quello attuale,  che dovrebbe registrare nel corso del 2015 un prezzo medio del petrolio pari 85 dollari, "i nostri portafogli multiasset potrebbero aumentare la protezione contro il rischio di storni improvvisi puntando sull'azionario europeo in antagonismo a quello Usa - con una preferenza per i settori difensivi e le strategie dividend yield - e su Cina, India e Giappone in Asia. Sul fronte valutario la posizione è lunga su dollaro contro yen, mentre l'approccio all'obbligazionario è neutrale come duration ma flessibile e tattico".

 

In sintesi gli esperti di Pioneer Investments hanno individuato cinque punti fermi per il prossimo anno.

 

Il primo riguarda la crescita globale che "si attesterà intorno al 3,5%, la stabilità dei sistemi paese sarà supportata da nuove iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali". Ma affinché tali misure possano sortire un effetto benefico di lungo termine è necessario, appunto, che tale liquidità venga trasmessa all’economia reale da un deciso intervento di politica fiscale. "Indecisioni, rallentamenti o disaccordi su questo piano potrebbero avere conseguenze significative e costituiscono, insieme al rischio geopolitico il vero elemento di rischio al nostro scenario" spiega Defend.

 

La seconda convinzione riguarda il tema "deflazione" che costituisce un rischio "ma non è nel nostro scenario di base" spiegano gli esperti di Pioneer, "nonostante sia innegabile un aumento della probabilità di accadimento pensiamo che le banche centrali saranno in grado di mantenere ancorate le aspettative di inflazione".

 

La terza convinzione riguarda l'America che continuerà a crescere intorno al 3%, con consumi supportati da una minore austerità fiscale, un mercato del lavoro in progressivo aggiustamento e un ciclo del debito più maturo.

 

Gli ultimi due punti riguardano la Cina e i mercati emergenti. Per quanto concerne la Cina, il paese "procederà coerente nel processo di redistribuzione delle risorse verso una economia più stabile e solida" spiegano Defend e Barbaro. "Tale processo comporterà una riduzione della crescita economica, ma il rallentamento è sano e volontariamente guidato dal governo per contenere la domanda di credito e ridurre il rischio di bolla speculativa. I progressi, fino ad oggi, sembrano incoraggianti. Il miglioramento nell’allocazione delle risorse dovrebbe spingere i consumatori domestici a spiazzare la spesa per infrastrutture. La politica monetaria è relativamente cauta, la Cina ha iniziato un progressivo indebitamento. Non pensiamo che sia ancora a livelli preoccupanti. Riteniamo inoltre che il governo cinese possa godere dell’esperienza fatta dai paesi sviluppati in materia di ciclo del debito, e sia in grado di prendere le necessarie contromisure qualora la situazione dovesse rivelarsi potenzialmente destabilizzante".

 

 

Infine, per quanto riguarda i mercati emergenti gli esperti di Pioneer credono che vivano ancora la fase di transizione nella costituzione di modelli di crescita economica bilanciata. Le sfide avvengono a livello di singolo paese e si compiono principalmente sul piano della credibilità e implementazione delle riforme e della stabilità istituzionale e politica. "È sulla base di questa chiave di lettura che procediamo alla lettura delle opportunità di aree così eterogenee" conclude Defend. "In base a questi criteri Cina e India emergono come “campioni” a fronte di altri paesi con dinamiche più destabilizzanti come Russia, Ucraina o Brasile".

 

ECCO L'ASSET ALLOCATION 2015 SECONDO PIONEER INVESTMENTS

 

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