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RBC BlueBay: è il momento del reddito fisso

5/20/2024 | Marcella Persola

“Gli ultimi dieci anni hanno offerto un contesto favorevole alle azioni, ma la situazione si sta in parte invertendo” spiega il gestore della settimana Kaspar Hense.


“Gli ultimi dieci anni hanno offerto un contesto favorevole alle azioni, ma la situazione si sta in parte invertendo” dichiara Kaspar Hense, (nella foto) BlueBay senior portfolio manager, Investment Grade, RBC BlueBay protagonista del Gestore della Settimana, la rubrica di Advisor del lunedì mattina, dedicata alle interviste con i gestori, che illustra tutte le prospettive sul reddito fisso globale.

In un contesto come quello attuale, perché puntare sul reddito fisso globale?
Visti gli attuali livelli dei tassi riteniamo che sia il momento giusto per investire in obbligazioni globali. Gli ultimi dieci anni hanno offerto un contesto favorevole alle azioni, ma la situazione si sta in parte invertendo. I rendimenti, in generale, sono stati bassi e quindi il rifinanziamento per le aziende è stato poco oneroso. Inoltre, le misure fiscali - in particolare negli USA, dove il rapporto debito/PIL è salito dal 65% al 130% - hanno favorito la crescita in questo periodo. Tuttavia, in futuro, i rimborsi del debito e i costi di sanità e previdenza sociale ridurranno la capacità per le spese discrezionali. In Europa, Paesi come Francia e Spagna hanno registrato una crescita del rapporto debito/PIL, mentre in altre nazioni, come Germania e Paesi Bassi, tale rapporto è diminuito. Nel prossimo quinquennio, quindi, in Europa sarà presente una maggiore spesa fiscale, soprattutto a livello discrezionale. Ciò genera opportunità nell'area euro, dove pensiamo che gli spread godano di un buon supporto quest'anno, le spese sono in aumento e il debito finanziato dall'UE si concretizzerà, con ogni probabilità, attraverso il Partenariato Europeo per l'Innovazione (PEI). 

Il 2024 è un anno elettorale. Quali possono essere le ripercussioni sui mercati?
Quasi la metà della popolazione mondiale si recherà alle urne. Ciò offrirà un grandissimo numero di opportunità d’investimento sui mercati del reddito fisso. Le elezioni in Sudafrica si terranno a maggio, seguite da quelle in Messico a giugno, dalle elezioni negli USA a novembre e da quelle, non ancora fissate, nel Regno Unito. Queste elezioni determineranno l'andamento dei mercati, che sospingeranno i rendimenti, che a loro volta guideranno i breakeven, che infine saranno un driver per le valute, grazie alle misure adottate dai governi in carica. Negli Stati Uniti, la corsa alla Casa Bianca assomiglia sempre più alla corsa di Trump ma, con tagli alle tasse, una politica in materia d’immigrazione più restrittiva e un maggiore protezionismo commerciale, potrebbe rappresentare una sfida per l'inflazione. In Europa, la produttività è inferiore a quella degli USA, pertanto è probabile che le pressioni salariali si facciano sentire sull'inflazione, considerati i minimi record di disoccupazione.

Un altro tema centrale è quello delle banche centrali? Qual è il vostro scenario di base?
Personalmente, credo che le due banche centrali procederanno con tagli in linea, per un totale di circa 75 punti base, e anche se la pressione salariale in Europa, al momento, è un po' più forte, ci aspettiamo che si attenui. Fare previsioni sul Pil è ovviamente molto difficile, ma è anche molto importante. Nel secondo semestre l'attenzione si concentrerà sui tagli dei tassi e sulle spese di investimento per capire se si riprenderanno quando la Fed taglierà i tassi negli Stati Uniti. In Europa, nonostante le banche centrali non abbiano ancora tagliato i tassi, stiamo già assistendo a una lenta accelerazione della crescita. Per quanto riguarda la Svezia, ad esempio, c’è una ripresa anche del mercato immobiliare, il settore più interessante e sensibile ai tassi di interesse, ripresa che ci aspettiamo continui nei prossimi due trimestri. Negli Stati Uniti, nel frattempo, il tasso di disoccupazione è aumentato di circa 0,2 punti percentuali. Ci sono quindi rischi per il mercato del lavoro statunitense. In Europa, il bilancio delle famiglie è migliorato e continua in questa direzione. Ecco perché il Pil sta, a sua volta, migliorando partendo dal basso senza che le banche centrali abbiano iniziato a tagliare. Per questo continuiamo a pensare che la Bce non abbia molta fretta. Il nostro scenario prevede che taglierà i tassi di circa il 3% nei prossimi 12 mesi. E lo stesso vale per la Fed.

Perché affidarsi ancora a una gestione attiva? 
Riteniamo che la gestione attiva sia il modo migliore per cogliere un insieme di opportunità globali. La legge fondamentale degli investimenti prevede che, quanto più ampio è questo insieme di opportunità, tanto più elevato è l'alfa, in presenza di una positiva abilità del gestore. Pensiamo che ciò valga particolarmente sui mercati globali del reddito fisso, che presentano una bassa correlazione reciproca. I mercati di dimensioni più piccole nell'universo investment grade globale, come il Messico o l'Ungheria, tendono a presentare modelli di volatilità molto diversi tra loro e possono avere una bassa correlazione coi mercati core negli USA o in Europa.

 

 

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