Tempo di lettura: 5min

FED, solo un taglio nel 2024. I commenti dei gestori

6/13/2024 | Daniele Riosa

La Federal Reserve lascia i tassi d’interesse invariati e prevede un solo taglio da un quarto di punto nel corso dell’anno. A marzo di quest’anno ne aveva previsti tre


La Federal Reserve lascia i tassi d’interesse invariati e prevede un solo taglio da un quarto di punto nel 2024. A marzo di quest’anno ne aveva previsti tre. Vediamo come i gestori commentano la decisione presa dalla FED.

Whitney Watson, co-chief investment officer and co-head, fixed income and liquidity solutions di Goldman Sachs Asset Management, spiega che “il riconoscimento da parte della Fed di ‘modesti progressi’ verso il target di inflazione del 2% deriva probabilmente dai segnali disinflazionistici emersi dai dati dell’indice dei pezzi al consumo di maggio, in contrasto con i dati sull'inflazione del primo trimestre, più alti del previsto. Tuttavia, la proiezione mediana del dot plot ha preso una traiettoria da falco, tanto che ora indica un solo taglio dei tassi nel 2024, rispetto ai tre tagli precedentemente previsti a marzo. Sebbene il rallentamento dell'inflazione core CPI possa parzialmente attenuare il sentiment da falco del mercato, spinto dai solidi dati sull'occupazione rilasciati venerdì scorso, il percorso della Fed verso un taglio dei tassi dipende dal continuo allentamento dell'inflazione e da un ulteriore riequilibrio del mercato del lavoro. I recenti dati economici e i segnali dei policymaker evidenziano le intricate sfide nel determinare l'esatta tempistica dei cambi di rotta della politica monetaria, mettendo in luce l'importanza di un approccio flessibile e dinamico agli investimenti".

Secondo Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, “la decisione della Federal Reserve di mantenere - per la settima volta - i tassi di interesse fermi al 5,50% riflette la continuità dell'approccio graduale adottato dalla banca centrale, che si mantiene prudente davanti alle tendenze inflazionistiche. Le previsioni economiche della Fed parlano ora di un'inflazione più stabile nel 2024 e di un tasso di disoccupazione leggermente più alto nel 2025.I policymaker hanno accolto con favore una rapida decelerazione dell'aumento dei prezzi nel 2023, ma sono diventati più cauti dopo che i progressi in materia di inflazione si sono arenati all'inizio dell'anno; attualmente prevedono di abbassare il tasso di policy di soli 25 punti base quest'anno”.

Per James McCann, vicecapo economista di abrdn, non c’è stata "nessuna sorpresa dalla Fed che ha lasciato invariata la politica monetaria, ma che continua a tenere aperta la porta a tagli dei tassi nel corso di quest'anno. In effetti, la mediana dei membri del FOMC prevede ora un solo taglio dei tassi nel 2024, rispetto ai tre previsti a marzo. Questa svolta da falco è stata probabilmente una reazione alla crescita dei prezzi più forte del previsto all'inizio del 2024, che ha costretto i membri del comitato a rivedere ancora una volta al rialzo le loro previsioni sull'inflazione. Tuttavia, l' attuale sorpresa al ribasso dell'inflazione CPI è stata più incoraggiante e, con la maggioranza dei membri divisi tra uno o due tagli, non saremmo sorpresi di vedere i prezzi di mercato continuare a fantasticare su più tagli dei tassi quest'anno" .

Christian Scherrmann, U.S. economist di DWS, ritiene che “ci vorrà più tempo perché il termine "progresso" passi dalla conferenza stampa alla dichiarazione post-riunione, dove fungerà da segnale definitivo per un primo taglio dei tassi. Nel frattempo, la Fed deve evitare scenari come quelli del quarto trimestre del 2023, in cui le condizioni finanziarie si sono allentate inutilmente a causa delle aspettative di taglio dei tassi. Considerando le incongruenze osservate durante la riunione di giugno, concludiamo che per il momento questo obiettivo è stato raggiunto con successo: i mercati hanno prezzato poco meno di due tagli nel 2024, in leggero calo rispetto alle aspettative precedenti alla riunione. Se uniamo i puntini, probabilmente concordiamo con questa valutazione”.

Secondo Jack McIntyre, portfolio manager di Brandywine Global, parte di Franklin Templeton, “la giornata di oggi segna un evento raro: la riunione del FOMC non è lo sviluppo più importante per i mercati finanziari. Il momento in cui la Fed inizierà a tagliare i tassi è ancora in discussione. Ma dal punto di vista degli investitori obbligazionari, è importante ricordare che finché la prossima mossa della Fed sarà quella di abbassare i tassi, le obbligazioni faranno bene. Il mercato del lavoro è più equilibrato, il che è molto importante per la Fed, anche più dell'inflazione. Nella seconda metà dell'anno, la politica monetaria passerà in secondo piano rispetto ai programmi di spesa fiscale previsti da entrambi i candidati alle elezioni presidenziali di novembre.  Altri tagli dei tassi saranno spostati dal 2024 al 2025, il che ha senso in quanto la tempistica di questo ciclo economico continua a maturare.  I dati restano comunque più importanti di qualsiasi discorso futuro della Fed.”

Álvaro Sanmartín, chief economist di Amchor IS, guarda alle mosse future della Federal Reserve: "La mia conclusione è che la Fed voglia sembrare cauta, ma sembra ansiosa di tagliare i tassi non appena un paio di buoni dati sull'inflazione confermeranno le buone notizie di oggi. Non escludo affatto un taglio dei tassi a settembre, né che ci possano essere due tagli dei tassi quest'anno. Ma, allo stesso tempo, continuo a pensare che nel 2025 assisteremo a un numero di tagli dei tassi inferiore a quello previsto dalla Fed, perché il tasso neutrale nell'attuale ciclo potrebbe essere intorno al 4%”.

Edward Al-Hussainy, head of emerging market fixed income research di Columbia Threadneedle Investments, prevede che “le probabilità che la Fed riprenda i rialzi per compensare le aspettative di inflazione in aumento o un'accelerazione della crescita salariale continuano a diminuire, nonostante un significativo allentamento delle condizioni finanziarie dallo scorso ottobre. Questo dovrebbe farci sperare in un limite massimo duraturo per i rendimenti dei Treasury a più lungo termine, intorno al 4,5-5%, con l'estremità superiore di tale intervallo che probabilmente richiederà un deterioramento delle prospettive fiscali e un premio a termine più elevato”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?