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6/21/2024 | Daniele Riosa
L’Europa aspetta con trepidazione il voto francese del 30 giugno e del 7 luglio. Vediamo quali ricadute potrebbero esserci sui mercati secondo Alex Everett, investment manager, rates m management di abrdn, Filippo Casagrande, chief investment steering & sustainability officer, Generali Investments e Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price.
Pe ril primo “le elezioni europee si prospettavano come le meno interessanti dell'anno. Imercati finanziari le avevano già da tempo giudicate di scarso impatto, prevedendo semplicemente un aumento dei ‘voti di protesta’ a favore dei partiti di destra rispetto a quelli in carica. E i voti di protesta sono arrivati, ma, in pochi si aspettavano la reazione del Presidente francese Macron dopo la sconfitta del suo partito (Renaissance) a vantaggio del Rassemblement National di Marine Le Pen. Il mercato ha reagito immediatamente con un rialzo dei rendimenti delle obbligazioni francesi decennali (OAT), che poi hanno ceduto nel corso della settimana”.
“I mercati - sottolinea l’esperto - non amano l'incertezza. E anche se l’esito delle elezioni è attualmente il punto focale dei mercati, non vanno trascurati i problemi di bilancio della Francia. La Francia ha dovuto rivedere sostanzialmente al rialzo le sue previsioni di deficit di bilancio per il 2024, ha subito un declassamento del rating da parte di S&P e si prepara a una Procedura per Deficit Eccessivo da parte della Commissione Europea. Tutto questo prima che i mercati siano stati in grado di digerire la prospettiva di un governo di coalizione. I mercati hanno quindi valutato un enorme aumento dei premi per il rischio politico e creditizio. A nostro avviso è giusto così. Lo spread OAT-Bund, che oscillava tra i 50 e i 40 punti base, era già abbastanza ridotto e lasciava agli investitori un premio per il rischio molto basso. In una settimana in cui il ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha parlato per due volte di ‘crisi’ politica e probabilmente fiscale, e in cui si è parlato di dimissioni di Macron in caso di una nuova sconfitta, è sorprendente che gli spread non si siano ulteriormente allargati”.
D'altro canto, “durante il fine settimana la stessa Le Pen ha compiuto uno sforzo coordinato per calmare i timori del mercato. Ha imparato la lezione dalla sfortunata permanenza di Liz Truss come Primo Ministro nel 2022. Le Pen ha ribadito il suo rispetto per le istituzioni, la presunta ragionevolezza dei piani di spesa del Rassemblement National e la volontà di lavorare con il Presidente Macron. Macron, dal canto suo, ha imputato l'aumento dello spread alla sola prospettiva di un governo guidato dal Rassemblement National... il che è solo parzialmente vero”.
Cosa aspettarsi? “Le due settimane che precedono il primo turno elettorale saranno caratterizzate da una certa volatilità. Ulteriori sondaggi, attacchi pubblici da parte di ciascun partito e forse anche qualche contenuto sui piani di spesa saranno tenuti sotto stretta osservazione e valutati dai mercati.
A nostro avviso, non sussiste un rischio di contagio a livello europeo perciò non ci stiamo posizionando su questa eventualità. Le prospettive di un imminente cambio di potere in altri Paesi sono scarse, notiamo che la BCE ha reagito in modo fermo e pacato e che anche il Rassemblement National sembra meno antieuropeista rispetto al passato. Le elezioni francesi non mettono in discussione la stabilità dell'Eurozona, né faranno deragliare materialmente gli sforzi più ampi per ridurre i deficit, che pure potrebbero far rallentare il processo. Pertanto, i timori di una crisi del debito sovrano a livello di spread sono esagerati”.
Come siamo posizionati? “Nel (brevissimo) termine, molti rischi sono già stati prezzati dagli spread. È improbabile che si spingano materialmente oltre i livelli attuali, al di fuori di una crisi più ampia. Pertanto, occorrerebbero nuove notizie negative perché gli OAT superino la soglia di 80 rispetto ai Bund. Ciò detto, i livelli di rischio prevalenti rimarranno elevati: È improbabile che gli spread OAT-Bund scendano al di sotto di 60. A livello di portafoglio, rimaniamo corti sulla Francia in termini di spread, poiché prevediamo che la Francia sottoperformerà rispetto ad altri Paesi europei. Ci aspettiamo che altri spread semi-core (Spagna, Paesi Bassi e SSA di qualità superiore) si restringano nelle prossime settimane.
Filippo Casagrande di Generali Investments, spiega che “le elezioni per il Parlamento Europeo tenute a inizio giugno hanno portato un nuovo fattore di attenzione sui mercati finanziari. L’annuncio da parte del presidente francese Macron di sciogliere il parlamento e indire elezioni anticipate (primo turno: 30 giugno, secondo turno: 7 luglio) dopo la cocente sconfitta elettorale a favore della destra guidata da Marine Le Pen, ha causato tensioni sugli attivi europei, a partire dagli spread sovrani. Il differenziale tra titoli francesi e Bund tedeschi a 10 anni è quasi raddoppiato, passando da poco più di 45 punti base a oltre 80 nel giro di poche sedute”.
“Si tratta - sottolinea l’analista - del movimento più violento dalla crisi del debito sovrano nella primavera 2012, poco prima del famoso “Whatever it takes” da parte dell’allora presidente BCE, Mario Draghi. Anche il listino azionario francese ha subito un contraccolpo, in particolare le banche, con i principali istituti in calo di oltre il 10% in una settimana.Le tensioni sullo spread governativo francese hanno, ovviamente, impattato anche altri spread di mercato. Il differenziale BTP-Bund a 10 anni è risalito da 130 fino a 160 punti base, il valore più alto da febbraio 2024, prima di ritracciare sotto i 150 punti base. Anche gli spread del credito si sono allargati, salendo di 15 punti base per l’indice Investment Grade e di 40 punti base per il settore High Yield”.
“In entrambi i casi - ricorda Casagrande - si partiva però dai livelli più bassi da inizio 2022 dove In termini di mercato azionario, l’indice MSCI EMU ha decisamente sottoperformato, con un calo nell’ordine del 3% (cali del 6% per l’indice francese Cac40 e del 5% per l’indice italiano FTSE MIB). L’impatto degli eventi politici post-elezioni EU si è inserito in un contesto nel complesso positivo per i mercati. Dati di inflazione sotto le attese negli Stati Uniti hanno portato ad un deciso calo dei tassi Treasury (in area 4,2% rispetto al picco del 4,7% a fine aprile), cosa che ha favorito un nuovo rally degli indici azionari americani. Naturalmente non è possibile ignorare i segnali positivi della reporting season americana, con nuovi risultati ben sopra le attese per Nvidia, la regina di mercato, la cui capitalizzazione ha superato i 3000 miliardi, superando così Microsoft e Apple”.
In Europa, “il contesto di crescita sembra migliorare e la BCE ha effettuato l’atteso primo taglio dei tassi di politica monetaria nel meeting di inizio mese. Al tempo stesso, la riaccelerazione dell’inflazione registrata nell’Eurozona a maggio e la mancanza di un chiaro impegno da parte della BCE circa successivi tagli dei tassi quest’anno avevano spinto i tassi al rialzo, con il Bund decennale arrivato in area 2,70%, prima di correggere sotto il 2,4% in un movimento di flight-to-quality dopo l’annuncio del presidente Macron.
“Guardando in avanti - conclude Casagrande - le prossime settimane saranno caratterizzate dall’attesa del voto francese, sicuramente l’evento più importante nel breve termine. È quindi lecito aspettarsi che spread e azionario europeo saranno guidati dai sondaggi sul voto in Francia”.
Tomasz Wieladek di T. Rowe Price concentra la sua analisi sugli indici PMI dell'area euro che “hanno sorpreso in modo significativo al ribasso questa mattina su tutta la linea. Sia il PMI manifatturiero sia quello dei servizi sono risultati significativamente inferiori alle attese. Tuttavia, il calo maggiore è stato registrato in Francia. Le componenti del PMI che hanno una forte correlazione con la fiducia, come i nuovi ordini delle imprese nel settore dei servizi, hanno subito il calo maggiore. Ciò suggerisce che il calo registrato nei PMI a giugno dipende principalmente dagli effetti negativi sulla fiducia dovuti all'aumento dell'incertezza politica in Francia”.
In effetti, "i dati PMI suggeriscono che l'attività negli altri paesi, esclusa la Germania e la Francia, continua ad espandersi fortemente. Gli effetti di fiducia del PMI tendono a essere di breve durata. Dopo tutto, una parte significativa dell'attuale incertezza politica si risolverà dopo le elezioni francesi. Alla fine, prevarranno i fondamentali economici. Ciò significa che i PMI probabilmente aumenteranno di nuovo tra un mese o due.I fondamentali, come la crescita dei salari reali e l'aumento del reddito disponibile dovuto al calo dei prezzi dell'energia, non sono influenzati dalle elezioni francesi. Indipendentemente dal fatto che questi effetti dovuti alla fiducia siano temporanei o persistenti, ora è molto più probabile che la Bce tagli i tassi a settembre rispetto a prima. Probabilmente interpreterà i dati come il primo segnale che l'economia reale stia finalmente reagendo alla politica monetaria restrittiva. Naturalmente, i dati sull'occupazione in queste indagini hanno una forte rilevanza, ma è probabile che la Bce si concentri invece sui dati principali”.
“Anche il PMI dei servizi del Regno Unito - rileva il manager - ha riservato un'ampia sorpresa al ribasso. I fattori alla base di questo risultato sono probabilmente due. Il clima di giugno è stato peggiore rispetto alla norma per la stagione. A giugno si è registrato un calo significativo degli acquisti di creme solari, ma un aumento delle zuppe calde. Ciò significa che i consumatori sono meno propensi a dedicarsi ad attività di servizio. Allo stesso modo, questa è la prima indagine sull'attività svolta da quando il primo ministro Rishi Sunak ha indetto le elezioni per il 4 luglio. È probabile che si verifichino effetti negativi sulla fiducia a causa dell'aumento dell'incertezza politica dovuto all'inatteso annuncio delle elezioni. Gli effetti sulla fiducia del PMI tendono ad essere di breve durata. Dopo tutto, una parte significativa dell'attuale incertezza politica sarà risolta dopo le elezioni del 4 luglio. Anche in questo caso alla fine prevarranno i fondamentali economici”.
“Ciò significa – conclude Wieladek - che i PMI probabilmente aumenteranno di nuovo tra uno o due mesi. I fattori fondamentali, come la crescita dei salari reali e l'aumento del reddito disponibile dovuto al calo dei prezzi dell'energia, non sono influenzati dalle elezioni. In effetti, le vendite al dettaglio hanno registrato un forte aumento a maggio, a sostegno dell'ipotesi di una forte domanda sottostante. Tuttavia, questo non è il dato più importante per la Banca d'Inghilterra”.
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