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Elezioni europee e mercati, la view dei gestori

5/20/2024 | Daniele Riosa

Dal 6 al 9 giugno più di 350 milioni di cittadini dell’UE andranno alle urne per esprimere il voto che determinerà la composizione del Parlamento Europeo fino al 2029


Le elezioni europee sono alle porte. Dal 6 al 9 giugno più di 350 milioni di cittadini dell’UE andranno alle urne per esprimere il voto che determinerà la composizione del Parlamento Europeo fino al 2029. Vediamo come i gestori si approcciano all’imminente tornata elettorale e quali implicazioni prevedono per i mercati finanziari.

Secondo Kim Catechis, investment strategist di Franklin Templeton, “la grande coalizione tra PPE e S&D si aggiudicherà comunque (probabilmente) il 42% dei seggi (attualmente, il 45%), e se collaborasse con il gruppo RE controllerebbe il 54%. La maggioranza del Parlamento sarebbe del Centrodestra. Le aree nelle quali potrebbero esserci maggiori tensioni tra Bruxelles e i governi dei Paesi membri includono problemi ambientali, dove la nuova maggioranza potrebbe opporre un’azione ambiziosa dell’UE per affrontare il problema del cambiamento climatico. Prevediamo un downgrade delle libertà civili, giustizia e affari di Stato a livello dei singoli Paesi, e il focus sull’implementazione di politiche più restrittive sull’immigrazione porterà a una revisione della concessione di asilo nell’UE. Sarebbe una vittoria per i nuovi populisti, che consentirebbe ai singoli paesi di fissare le proprie quote per l’accoglimento dei rifugiati”.

Qual è l’impatto sugli investitori nel prossimo Parlamento UE? ”Secondo le previsioni vi sarà un notevole indebolimento delle spinte a mantenere i singoli governi in linea quando si tratta di norme fiscali e anche della riforma giudiziaria, come è successo per l’Ungheria. Potrebbe anche indebolirsi notevolmente la spinta attuale alla transizione green per i singoli governi, a favore di interessi rurali e agricoli. Dovremmo attenderci altri tentativi di contenere le grandi società tecnologiche. Per gli investitori, secondo noi questo scenario appare sorprendentemente propizio. Il processo generale relativo al bilancio e la gestione potrebbero continuare ad essere robusti. Il commercio dovrebbe continuare ad essere una priorità, anche portando il processo di mitigazione del rischio dalla Cina. Le società dovrebbero ricevere un sostegno più chiaro da parte dell’UE, soprattutto nelle protezioni da concorrenti percepiti come sleali, ad esempio la Cina. Prevediamo che il nuovo parlamento darà la priorità all’agricoltura, la pesca, lo sviluppo delle aree rurali, lo sviluppo industriale e la ricerca”.

Nicolas Wylenzek, macro strategist di Wellington Management, spiega che “le imminenti elezioni europee potrebbero accelerare un cambiamento nelle priorità politiche dell'Unione con implicazioni potenzialmente significative per i titoli azionari della regione”.

Il manager prevede un “forte slancio a favore della difesa. I politici europei stanno chiaramente spostando la loro attenzione dalla transizione energetica alla difesa, considerati: l'attenuazione della crisi energetica. Sebbene l'Europa stia ancora spingendo per l'indipendenza energetica, la fase acuta della crisi della disponibilità e dell'accessibilità energetica è terminata. Questa riduzione della pressione rende meno urgente la transizione verso le energie rinnovabili nel breve termine. Un'estensione della guerra in Ucraina rimane una possibilità concreta. Dopo anni di sottoutilizzo delle risorse, l'Europa è decisamente impreparata a difendersi o a sostenere in modo significativo l'Ucraina senza l'assistenza degli Stati Uniti. Una seconda presidenza Trump aumenterebbe significativamente la pressione sui Paesi europei affinché incrementino le spese militari”.

“Le nuove regole fiscali dell'UE - prosegue Wylenzek - concedono agli Stati membri più tempo per raggiungere gli obiettivi fiscali e impediscono tagli drastici alla spesa pubblica, soprattutto se legati a riforme strutturali o investimenti. Le regole riscritte mirano ad aiutare i Paesi europei più poveri, che tendono a beneficiare meno delle economie più grandi del recente allentamento delle norme sugli aiuti di Stato. A nostro avviso, le nuove regole dovrebbero anche contribuire a evitare il ripetersi dell'austerità che ha seguito la crisi finanziaria globale. Nel corso delle nostre conversazioni, i responsabili politici dell'UE hanno riconosciuto i ritardi del programma fiscale dell'UE post-COVID, NextGenerationEU (NextGenEU). Poiché gran parte degli esborsi e dell'attuazione devono ancora avvenire, molti politici si aspettano che il programma venga esteso oltre il 2026. Tuttavia, non si prevede un'altra grande emissione di debito comune per finanziare la spesa fiscale nel breve termine. Confermiamo la nostra view secondo cui lo scenario fiscale europeo sorprenderà al rialzo, soprattutto nell’area periferica, poiché questi Stati membri sono i maggiori beneficiari del piano NextGenEU e ci aspettiamo che il programma abbia il suo maggiore impatto nei prossimi tre anni. Inoltre, traiamo conforto dall'allentamento delle regole fiscali, in quanto è improbabile che si verifichino tagli inutili alla spesa pubblica. Sia l'imminente spesa legata al programma NextGenEU che le regole fiscali meno severe dovrebbero favorire i titoli esposti alla domanda interna europea”.

Secondo gli esperti di DWS "l'impatto immediato delle elezioni sui mercati sarà probabilmente limitato. A meno di un mese dalle elezioni per il Parlamento Europeo (PE), si potrebbe pensare che questo sia un tema caldo per i mercati finanziari. In realtà, non lo è, e a nostro avviso, giustamente”. 

Gli analisti sottolineano che “sebbene possano esserci grandi sorprese a livello nazionale, i risultati per il PE, nel loro insieme, tendono a essere prevedibilmente noiosi. Possono comunque portare grandi cambiamenti per settori o segmenti particolari, ma principalmente attraverso l'interazione tra politica europea e nazionale. Ad esempio, il risultato delle elezioni aiuterà a determinare la composizione della Commissione Europea. Il prossimo PE sarà probabilmente più scettico riguardo all'attuale agenda di transizione verde della Commissione. Questo ha potenziali implicazioni per aree come i prezzi dell'energia e del carbonio in Europa. Tuttavia, l'entità di queste implicazioni dipenderà anche in gran parte da come le elezioni influenzeranno la politica a livello nazionale, in particolare per la longevità del poco amato governo di coalizione tedesco e la posizione di Emmanuel Macron nella politica francese. Nella maggior parte delle aree politiche, l'influenza del PE è ora alla pari con il Consiglio Europeo (composto dal capo di governo di ciascun Stato membro). Ma per quanto riguarda le elezioni al PE, uno dei principali canali di influenza è come le sorprese nei sondaggi all'interno di ciascun Stato membro influenzeranno la politica nazionale ben oltre giugno 2024”.

Sylvain Broyer, chief economist EMEA di S&P Global Ratings, rileva come sia “fondamentale riconoscere l'importanza cruciale delle prossime elezioni europee. L'economia europea sta vivendo un momento sfidante e sta perdendo terreno rispetto a concorrenti globali come gli Stati Uniti e la Cina. Nonostante abbia evitato la recessione e si sia avvicinata a un livello di piena occupazione, le sfide legate alla produttività in Europa persistono. Il declino della produttività, particolarmente evidente nelle economie principali dell'eurozona come Paesi Bassi, Francia, Germania e Italia, sottolinea la necessità di intervenire collettivamente. L'esortazione di Enrico Letta a ridefinire il mercato unico evidenzia la necessità di uno sforzo congiunto per affrontare queste sfide. Per recuperare la competitività e guidare la crescita sostenibile, i responsabili politici dell'UE devono accelerare l'integrazione e consolidare il mercato unico europeo. Ciò richiede un Parlamento europeo agile e una Commissione europea altamente impegnata. Come riconosciuto da Letta, il progetto dell'Unione dei Mercati dei Capitali offre una chiara roadmap per il progresso. Il raggiungimento dei suoi obiettivi rappresenterebbe un significativo passo in avanti, sbloccando il potenziale del risparmio europeo per gli investimenti nazionali. Le misure chiave del programma CMU, tra cui l'integrazione dei mercati azionari, le riforme fiscali e il perfezionamento delle leggi fallimentari, possono aprire la strada a un'economia europea più dinamica e resiliente”. 

“L'Europa - conclude Broyer - possiede le risorse necessarie, sia finanziarie che istituzionali, per rafforzare la propria economia. Proseguendo il progetto di integrazione avviato decenni fa, l'Europa può intraprendere un percorso verso la prosperità e la stabilità in un contesto globale sempre più competitivo”.

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