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3/26/2024 | Patrick Zeeni*
Dopo il 2022, che ha segnato la fine di un decennio di allentamento della politica monetaria, il 2023 è stato l’anno della rivalutazione dell’intera curva dei tassi di interesse. La fine del mantra “più alto più a lungo” delle banche centrali ha favorito un irripidimento delle curve dei rendimenti e una revisione dei tassi di interesse reali che sono ora tornati in territorio positivo, per la prima volta in quasi dieci anni. Oggi i rendimenti dei titoli investment grade europei si collocano a un livello molto interessante, intorno al 3,6% , da un livello vicino allo 0% osservato durante la crisi del Covid.
Inoltre, gli spread creditizi, ovvero il premio del credito investment grade, sono interessanti. Pur evolvendosi significativamente al di sopra della loro media storica, sono stati anche stabili, supportati da resilienti fondamentali aziendali, da esigenze di finanziamento inferiori alle attese e da afflussi verso l’ asset class.
Con tassi e spread elevati, offre un rapporto rischio/rendimento interessante rispetto ad altre classi di attività: un punto interessante per gli investitori nel credito.
Anche nell’ambito di un atterraggio morbido, potremmo osservare una certa dispersione del credito
Sebbene l’idea di un atterraggio morbido sia ancora valida, ci aspettiamo che si manifestino segnali marginali di debolezza e che si materializzi una certa dispersione del credito. Abbiamo già visto nomi chiave sorprendere il mercato con un’azione di prezzo negativa. Le imprese si trovano ad affrontare le sfide legate all’aumento dei costi di finanziamento, all’aumento dei costi di produzione, nonché alle incertezze sulla domanda e sulle trasformazioni richieste dalla transizione energetica.
In un tale contesto, riteniamo che un approccio di gestione attivo, radicato nelle convinzioni, focalizzato sull’analisi fondamentale e sull’integrazione dei fattori ESG, possa essere rilevante - oltre a contribuire naturalmente ad affrontare il rischio di recessione. L’implementazione dell’analisi fondamentale combinata con un filtro ESG mira a determinare una propensione di alta qualità nel portafoglio, poiché tende a favorire gli emittenti che presentano bilanci solidi, buoni parametri di credito e forti profili ESG. A nostro avviso si tratta di un buon inizio, poiché è probabile che questi emittenti resistano meglio a una potenziale recessione e a un ampliamento degli spread creditizi in caso di grave recessione. Inoltre, riteniamo che il contesto attuale richieda una gestione attiva della duration del portafoglio e che le strategie sui tassi di interesse e sul credito debbano essere continuamente riviste alla luce dell’evoluzione delle condizioni macroeconomiche.
Green ed ESG sono più che mai all’ordine del giorno
La crisi climatica, insieme alle sfide sociali derivanti dalla transizione energetica globale, rimane un argomento prevalente nei mercati dell’Eurozona.
Gli impegni a livello europeo sono forti: una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 (legislazione “Fit for 55”), una quota maggiore di energia rinnovabile nel mix di produzione di energia (obiettivo del 42,5% entro il 2030) e l’evoluzione dei meccanismi di pricing del carbonio. Le autorità di regolamentazione europee hanno dimostrato di intervenire, con quadri di reporting più chiari e richieste di maggiori informazioni a livello di emittenti e investitori, attraverso ad esempio la legislazione CSRD e SFDR. Anche la Banca Centrale Europea, il più grande attore del mercato investment grade, ha elaborato un piano per rendere più verdi i suoi massicci programmi di acquisto (CSPP e PEPP), orientando i suoi acquisti verso emittenti con una migliore performance climatica - valutata in termini di impronta di carbonio, disclosures ambientali e obiettivi di decarbonizzazione.
Come affrontare il rischio ESG e generare risultati extra-finanziari sui mercati del credito?
Riteniamo che sia possibile costruire strategie che mirino a contribuire sia a minimizzare il rischio ESG sia a creare un impatto extra-finanziario convincente sui mercati del credito. Tali strategie dovrebbero affrontare i seguenti tre punti:
Riteniamo che la nostra strategia sia ben posizionata per trarre vantaggio dall’attuale contesto sui mercati del credito. La strategia è gestita dal nostro affiatato team di quindici gestori di portafoglio e analisti che collaborano con venti esperti ESG. La nostra presenza storica e 31,5 miliardi di euro di asset in gestione ci rendono uno dei principali operatori europei nel segmento del credito.
*head of investment grade & credit arbitrage Candriam
Articolo tratto dal numero di marzo di ADVISOR,
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