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Bitcoin, tutto quello che c’è da sapere

8/23/2024 | Max Malandra

Dalla proposta di “riserva strategica” di Donald Trump allo studio di volatilità e rendimenti. La criptovaluta potrebbe rallentare il processo di dedollarizzazione.


Donald Trump è diventato il primo candidato alla presidenza degli Stati Uniti decisamente pro bitcoin. “È come l’acciaio 100 anni fa” ha proclamato, spiegando poi di voler creare una riserva strategica per il Paese della principale criptovaluta. Promettendo anche di licenziare l’attuale presidente della SEC, noto per avere combattuto contro le cripto. Tutto questo ha rilanciato il bitcoin che, secondo Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares, potrebbe aiutare l’economia statunitense a combattere il problema della dedollarizzazione. 

“Il problema della dedollarizzazione è sempre stato uno spettro per gli USA – spiega - ma oggi sarebbe ancora più grave perché andrebbe a peggiorare ulteriormente la crisi del debito pubblico, che è cresciuto del 50% dallo scoppio della pandemia a oggi. Inoltre, il secondo più grande detentore al mondo di debito statunitense, ovvero la Cina, nel primo trimestre di quest’anno ha venduto la cifra record di 53,3 miliardi di dollari in Treasury e altre obbligazioni. Tutto ciò ha generato una riduzione della domanda dei cosiddetti T-bill, i quali, per rimanere appetibili, hanno dovuto innalzare i rendimenti corrisposti”. Fritz evidenzia però che questa è una brutta notizia per il governo di Washington, perché significa che il costo dell’indebitamento sarà maggiore da qui in avanti, con conseguenze sul ripagamento del debito e sui tassi d’interesse”.

Il mondo cripto potrebbe aiutare l’economia americana anche spingendo la domanda di dollari, attraverso l’adozione di stablecoin. “Il Congresso potrebbe essere indotto a riaprire le discussioni sulla regolamentazione di questi asset digitali come strumento per aumentare la domanda netta di debito statunitense. In particolare, gli emittenti dietro stablecoin garantite da valute fiat reinvestono i depositi in dollari degli utenti in Treasury statunitensi”. Ciò aumenta la domanda netta di debito pubblico, compensando potenzialmente la diminuzione di quella del dollaro come valuta di riserva nel mondo fisico.

Volatilità e sicurezza sono invece i due problemi di cui si preoccupa la maggior parte degli investitori. 

“Il Bitcoin ha inizialmente mostrato una volatilità significativa di oltre il 200% all’anno”. Dalla filiale di Hong Kong, Giselle Lai di Fidelity International, analizza il settore. “Negli ultimi anni, però, il valore si è stabilizzato nella fascia del 40-70%. Tuttora, l'investimento comporta un'elevata volatilità, sia in termini assoluti sia rispetto alle tradizionali attività rischiose. Negli ultimi cinque anni il Bitcoin è stato da tre a quattro volte più volatile e ha subito drawdown maggiori rispetto alle attività tradizionali.

Nonostante questo, il Bitcoin ha offerto rendimenti rilevanti che hanno compensato gli investitori per il rischio assunto. A cinque anni, ha offerto rendimenti corretti per il rischio più alti. Basandosi solo sull’Indice di Sortino (una metrica utilizzata per determinare il rendimento aggiuntivo per ogni unità di rischio di ribasso), si scopre che ha sovraperformato rispetto alle attività tradizionali. Così gli investitori potrebbero pianificare quanto rischio di ribasso sono disposti ad accettare in paragone al rendimento potenziale. Durante i suoi soli 15 anni di esistenza, il Bitcoin ha dimostrato una crescita resiliente e segni di maturazione insieme allo sviluppo normativo e al miglioramento dell'accesso al mercato. Tutto sommato, la volatilità del Bitcoin è diminuita e ci si aspetta che questa tendenza continui. Ciò suggerisce anche che il rischio che il Bitcoin diventi privo di valore diminuisce ancora di più nel tempo”.

E per quanto riguarda la sicurezza? “L'investimento in ETP/ETF di criptovalute offre una soluzione di custodia completa di terze parti. Un’adeguata polizza assicurativa è sempre tra i componenti fondamentali quando si parla di custodia di beni digitali. Sebbene esistano diverse soluzioni assicurative per la custodia delle attività digitali, non tutte le società approcciano la gestione o il trasferimento del rischio in modo uniforme e la copertura assicurativa può variare”.

Poiché gli investitori riconoscono sempre più le attività digitali come una nuova classe di attività, la comprensione dei rischi associati agli investimenti in Bitcoin diventa fondamentale. Il rischio legato alla volatilità e potenziale perdita di capitale, e il rischio tecnologico, legato a problemi di infrastruttura e sicurezza, sono considerazioni fondamentali per gli investitori. Valutando questi rischi e prendendo decisioni informate nella scelta degli investimenti e delle soluzioni di custodia, gli investitori possono navigare nel mercato dei Bitcoin con maggiore sicurezza” conclude l’esperta di Fidelity.

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