Tempo di lettura: 3min

LOIM: siamo in un contesto di paradosso della diversificazione

12/11/2023 | Marcella Persola

La crescente concentrazione nei titoli azionari passivi è preoccupante secondo i gestori di LOIM che suggeriscono...


Gli indici azionari statunitensi e globali sono più concentrati che in qualsiasi altro momento degli ultimi 30 anni e il capitale continua a fluire inesorabilmente verso strategie passive. Con i mercati azionari che mostrano segni di estreme anomalie di valutazione, gli investitori si stanno concentrando sulle strategie passive – che stanno paradossalmente diventando sempre più concentrate – perdendo le interessanti opportunità offerte dalle attuali dinamiche di mercato. Ciò solleva una domanda importante: il mercato azionario è ora così concentrato da mancare, paradossalmente, di diversificazione?

Lo abbiamo chiesto a Pascal Menges (nella foto a destra), clic equities, cio office e Florian Ielpo (nella foto a sinistra), head of macro, multi asset di Lombard Odier IM.


Quali sono le conseguenze più rilevanti di un'altra concentrazione di strategie passive?

Una maggiore concentrazione nel mercato azionario globale implicherebbe una continua sovraperformance di un gruppo ristretto di società più grandi. Dal momento che le strategie passive replicano l’indice del mercato azionario, il numero di titoli cosiddetti “effettivi” a cui sono esposte continuerebbe a diminuire. Pertanto, le strategie passive risulterebbero sempre meno diversificate. Riteniamo che questa tendenza sia accentuata da dinamiche multifattoriali, quali, ad esempio, l’exit dalle strategie attive high conviction, i continui flussi verso le strategie passive, la maggiore concentrazione degli hedge fund sul gruppo ristretto di mega-cap statunitensi.

 

Quali sarebbero le conseguenze più evidenti per gli investitori?

A nostro avviso, le conseguenze sono molteplici. Da un lato, la persistenza del processo di concentrazione rappresenterebbe un vento contrario per i gestori azionari attivi. È probabile che questo continui ad allontanare i deflussi dai titoli azionari attivi. Dall’altro lato, però, i mercati azionari non sono mai stati così pieni di anomalie. Dal punto di vista della capitalizzazione di mercato, le piccole e medie imprese non sono mai state così convenienti. E anche tra i settori, la dispersione delle valutazioni non è mai stata così ampia. In sintesi, riteniamo che il processo di concentrazione in corso stia di fatto gettando le basi per una ripresa dei gestori attivi in un futuro auspicabilmente non troppo lontano.

 

Può spiegare in cosa consiste il paradosso della diversificazione a cui stiamo assistendo?

Il paradosso della diversificazione risiede nel fatto che i fund selector riducono il rischio attivo rispetto all’indice di riferimento abbandonando i fondi azionari attivi a favore di soluzioni passive o quasi passive. La riduzione del rischio attivo è forse legata all’idea che la selezione di un veicolo passivo offra un senso di comfort, partendo dal presupposto che investire in indici “ampi” sia preferibile rispetto a strategie attive. Tuttavia, come dimostriamo nel nostro articolo, gli indici azionari (in particolare l’MSCI World e l’MSCI US) non sono mai stati così concentrati dal 1990, con “solo” il 10% dei loro componenti costituito da azioni “effettive”. Pertanto, la diversificazione e la gestione attiva del rischio spingono a investire in indici insolitamente concentrati.

 

Quali opportunità possono avere i gestori attivi in questo contesto di concentrazione?

In questo contesto di concentrazione, i gestori attivi possono offrire ai fund selector un mezzo per diversificare la loro esposizione alle strategie passive con un’esposizione a segmenti dei mercati azionari distanti da queste azioni “effettive”. Riteniamo che ciò abbia senso a causa del livello di anomalie che si riscontrano nei mercati azionari a livello di regioni, fasce di capitalizzazione e settori. A nostro avviso, un’esposizione troppo ampia ai titoli azionari passivi all’interno di un’asset allocation potrebbe comportare il rischio che vengano mancate delle opportunità nel momento in cui l’andamento del mercato azionario si allontana dai titoli “effettivi” concentrati. Tali movimenti possono essere inizialmente molto rapidi, ma poi durare quasi un decennio. In queste circostanze, ci aspettiamo che i gestori attivi siano in grado di ottenere risultati migliori rispetto alle soluzioni passive. Naturalmente la domanda più difficile da porsi riguarda il “quando”. In base alle nostre analisi, il picco dei tassi di interesse potrebbe aprire le porte a una nuova dinamica di mercato più favorevole alla gestione attiva.

 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?